Una società multietnica: un sogno impossibile o una realtà ormai inevitabile?

Una società multietnica: un sogno impossibile o una realtà ormai inevitabile?

White Woman and African Girl Holding Hands Friendship Symbol

La vita ci fu donata milioni di anni fa, cosa ne abbiamo fatto? L’essere umano ha da sempre puntato a progredire e rivoluzionarsi, trasformando la natura a sua misura. Nel corso della storia è riuscito ad assoggettare le leggi della natura, a far scoperte e invenzioni straordinarie e a conquistare terre ignote. È riuscito a creare un mondo secondo la propria scala. Un mondo quasi perfetto all’apparenza. Una sorta di paradiso terreno, diciamo. Eppure c’è qualcosa che ha tralasciato. Qualcosa di molto importante…

Se ci soffermassimo un momento a riflettere su cosa stiamo facendo della nostra società vedremmo solo problemi, problemi risolvibili con la giusta informazione ed educazione.

Studiando la storia mi sono reso conto che, tra i numerosi problemi riscontrati dall’umanità, quelli maggiormente presenti sono i conflitti. Ebbene sì, l’uomo non riesce ad imparare dai propri errori e non è mai riuscito a comprendere l’importanza del “vivere insieme”.

La società dI oggi, definita anche “società complessa”, è il risultato di una lunga storia di problematiche e rivoluzioni. Una storia guidata da odio, sangue e discriminazioni. In essa si sono conosciuti tiranni senza pietà e molti martiri della pace. Ci furono molte guerre causate dall’egoismo e dall’avidità dei sovrani. Dall’altro fronte ci furono anche marce della pace, conferenze e ideologie atte a cancellare la violenza dal mondo. Sono l’egoismo e l’avidità i maggiori vizi che l’uomo si è portato nel tempo e che ancora oggi dominano la nostra società cadente. Basti chiedere ad un bambino quale sia la cosa più importante nella vita, questi risponderà il denaro. Se cresciamo in un mondo in cui è il denaro la redine della vita, non capiremo mai i veri valori che la rappresentano. Abbiamo messo da parte le regole della convivenza con le diverse culture che ci circondano. Che fine ha fatto la fame di conoscenza e di scoperta delle usanze e delle culture degli altri popoli?

Personalmente sono cresciuto in una società abbastanza difficile, in cui mi sono visto discriminato ed escluso più volte. Ho dovuto lottare molto per farmi rispettare. Porto un grosso peso dettato da un passato e un’infanzia difficili. Mi ricordo ancora le parole di una bambina che non volle essere mia amica. Mi disse che i marocchini sono brutti, i marocchini “puzzano”. Mi è dispiaciuto molto e ho iniziato a pensare che avesse ragione. Quel giorno io le credetti e cominciai a vedere il mio popolo, ciò che sono, come un problema. La società c’era riuscita. È riuscita a convincere me, uno straniero in questo Paese, che il diverso è un male.

Un altro ricordo di discriminazione che mai dimenticherò è accaduto a scuola, in prima superiore. Durante la prima lezione d’informatica, dopo le dovute presentazioni, la professoressa mi guardò e mi disse: “Hamza, tu non mi piaci, vedi di metterti in riga”. Io rimasi indifferente perché ormai ero abbastanza maturo e pensavo che la migliore risposta a una provocazione ignorante fosse il silenzio. Le feci capire che a me, della sua idea su di me, non interessava niente. Infine ottenni ciò che mi doveva: il rispetto. A metà anno si scusò del suo giudizio negativo su di me. Mi sentii realizzato e fiero poiché riuscii a far capire ad un adulto che non siamo un danno.

La divisione dei popoli e le problematiche attuali sono dovute principalmente a una cattiva educazione e ad una scorretta diffusione di informazioni. I mass-media talvolta ci informano di fatti del tutto errati che fanno temere il diverso. Tutto governato dai potenti che guidano la popolazione a loro piacimento, come un pastore col proprio gregge. Il loro obiettivo è sempre quello di arricchirsi sfruttando l’ignoranza di molta gente. Mettono in diffusione notizie false per manipolare le menti umane e alimentare il loro odio.

Se riuscissimo a sfruttare la nostra ragione invece di farci condizionare si vivrebbe in un mondo migliore.

Ad essere nel mirino dell’odio in questo momento è la mia religione: l’Islam.

Forse in questo periodo la convivenza pacifica fra le diverse religioni è venuta meno per via di estremisti che con atti terroristici hanno gettato fango su centinaia di anni di cultura islamica.

La strada dell’integrazione è ancora lunga ma penso, anzi spero, in un futuro migliore. Secondo me la diplomazia e la politica, unite al nostro buonsenso, ci porteranno ad uno stato di completa integrazione. Bisogna valutare, però, un fatto che influenzerà negativamente la società: il problema del mantenimento di un’individualità culturale, cioè il mantenimento dei propri usi e costumi, importante tanto quanto l’unione.

Spero che venga posto un freno alla diffidenza da questi tesori che abbiamo accanto, invece di alimentare la propria avidità di beni e la propria sete di potere. Se tutti la pensassero così la società complessa di cui si parla tanto non sarebbe altro che un’amichevole convivenza.

Hamza Zarouali, 5T Ipsia

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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