Mirando alle stelle: i telescopi

Mirando alle stelle: i telescopi

Osservare il cielo notturno è un’attività che, specialmente in assenza di inquinamento luminoso, è affascinante e molto gratificante. Questo passatempo si può svolgere sia ad occhio nudo che con un telescopio o un binocolo e questa seconda modalità offre sicuramente più soddisfazioni. Il telescopio e il binocolo sono entrambi validissimi strumenti che si completano a vicenda. Infatti, se da una parte il binocolo offre un campo visivo più ampio, è più maneggevole ed è perfetto per osservare oggetti estesi e luminosi, come le Pleiadi; dall’altra parte il telescopio offre un diametro dell’obiettivo più grande, che permette di raccogliere più luce e offre ingrandimenti maggiori, perfetti per osservare i pianeti e i crateri lunari.

I primi prototipi di telescopio risalgono al 1600, quando alcuni navigatori olandesi crearono un cannocchiale capace di vedere a distanza, mentre  il telescopio vero e proprio nacque nel 1610 grazie a Galileo Galilei. Il telescopio di Galileo era un “rifrattore” mentre successivamente Newton ne costruì uno diverso, chiamato “riflettore”. 

Al giorno d’oggi sono molto comuni entrambi ma la differenza principale è che i primi utilizzano delle lenti mentre gli altri degli specchi. 

I telescopi portatili possono essere costruiti in entrambe le versioni, mentre quelli per gli osservatori astronomici sono tutti riflettori, perché non è possibile costruire delle lenti molto grandi. 

Parlando di telescopi amatoriali, la principale differenza è che quelli a lenti, a parità di qualità, sono più costosi ma forniscono immagini migliori che, tuttavia, sono soggette al fenomeno dell’aberrazione cromatica (cioè creano degli aloni colorati intorno all’oggetto osservato). I riflettori, invece, sono più economici ma lo specchio primario è parzialmente oscurato da quello secondario che diminuisce così l’apertura, e necessitano di una periodica “collimazione”, ossia un tipo di manutenzione che consiste nell’allineamento degli specchi. Il fattore principale da considerare, tuttavia, è il seguente: se si è interessati all’osservazione di pianeti o della Luna è più appropriato un rifrattore, se invece si vuole puntare all’osservazione di galassie, nebulose o, più in generale, oggetti “Deep Sky” è più adatto un riflettore.

Il numero di ingrandimenti di un telescopio dipende dall’oculare, ossia un gruppo di lenti che funge da interfaccia tra occhio e telescopio. Tuttavia, non tutti gli oculari possono essere montati su qualunque telescopio perché le lenti poste vicino all’occhio “zummano” la luce che entra dall’obiettivo e, quindi, oltre una certa soglia di ingrandimento, la qualità dell’immagine decresce rapidamente.

Io ho una grande passione per l’astronomia e l’osservazione è una delle mie attività serali preferite, specialmente quando il clima è mite; per questo io possiedo un piccolo telescopio rifrattore da 60 mm di apertura e 700 mm di lunghezza focale. Il mio interesse per l’astronomia è cominciato quando avevo circa dieci anni, leggendo libri sullo spazio, ma si è intensificato quando ho letto, tre anni dopo il saggio scientifico, che consiglio a tutti, “Astrofisica per ragazzi che vanno di fretta”, scritto da Neil DeGrasse Tyson. La mia conoscenza in ambito astronomico è cresciuta soprattutto negli ultimi tempi quando ho avuto l’occasione di prepararmi per i Campionati Italiani di Astronomia, gara di cui, ad aprile, disputerò la finale nazionale.

Nella volta celeste ci sono tantissimi oggetti da osservare, alcuni che, con un telescopio amatoriale, offrono più soddisfazioni e altri meno. Io osservo principalmente durante la prima parte della notte tra le 21:00- e le 24:00 e, in questa stagione, sono molto visibili  le Pleiadi (M45) un ammasso aperto, Giove, il gigante gassoso conosciuto da tutti, la Nebulosa di Orione (M42), situata nell’omonima costellazione, la Galassia di Andromeda (M31), che, insieme a Giove, tra poco non sarà più visibile e, ovviamente, la Luna.

In altri periodi punto il telescopio anche verso Saturno, Venere e molti altri corpi celesti. Tuttavia il mio pianeta preferito da osservare è Saturno del quale trovo molto affascinanti gli anelli.

Orientarsi nella volta celeste, soprattutto per i meno esperti, può essere complicato ma esistono molti software, anche gratuiti, che possono venire in aiuto dell’astrofilo neofita. Un esempio è Stellarium, un software Open Source disponibile per Windows, macOS e Linux (https://stellarium.org/it/), che conta anche con una versione web (https://stellarium-web.org/) e che può anche essere scaricato come app su dispositivi mobili e tablet.

Utilizzare un telescopio amatoriale offre tantissime emozioni anche se le immagini che restituisce non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle dei telescopi professionali degli osservatori astronomici, come il Very Large Telescope o il nuovissimo, ancora in costruzione, European Extremely Large Telescope, e a quelle dei telescopi spaziali, come il famosissimo Hubble Space Telescope o James Webb Space Telescope, recentemente lanciato. Inoltre, è importante ricordare che comunemente con il termine telescopio si intende uno strumento che opera nel visibile, mentre si deve tenere presente che alcune tipologie sfruttano altre fasce dello spettro elettromagnetico, come i radiotelescopi o lo stesso James Webb che permette di osservare nell’infrarosso.

Ludovica Rial Corsini, 1AB

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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