KRATOS: ceneri e vendetta

KRATOS: ceneri e vendetta

God of War è la celebre serie di videogame sviluppata dalla casa videoludica Santa Monica Studio e pubblicata su varie piattaforme appartenenti alla Sony Interactive Entertainment. In questo articolo mi concentrerò sui primi tre capitoli greci. Questo gioco ha come protagonista Kratos, un famigerato generale spartano, figlio della mortale Callisto e del padre degli dèi Zeus. 

La vicenda si apre nel bel mezzo di una guerra tra spartani e barbari in cui l’esercito di Kratos sta per essere sconfitto, così, pur di salvare la propria patria e la sua gente, decide di sacrificarsi facendo un patto con il dio della guerra Ares, in cambio della vittoria. Dopo la proposta di Kratos, Ares manda il suo esercito in aiuto degli Spartani e, una volta vinta la guerra, a Kratos vennero fuse le lame del caos sui polsi come segno eterno di sottomissione.

Per un inganno di Ares, Kratos uccide la figlia e la moglie, e come maledizione per aver commesso queste atrocità, il suo corpo venne ricoperto con le ceneri dei suoi cari. Per vendicarsi della moglie e della figlia, Kratos si scontra con Ares e lo uccide grazie al vaso di Pandora che appena aperto gli concede i poteri di un dio, ma allo stesso tempo libera anche i mali del mondo in esso contenuti. 

Una volta ammazzato Ares, gli dèi lo nominano nuovo dio della guerra e venuto a conoscenza che suo fratello Deimos è ancora in vita,  sfrutta i suoi poteri per salvarlo ma senza riuscirci: il dio della morte Tanato, infatti, uccide Deimos.

In seguito alle vicende di GOW 1 e  GOW Ghost of Sparta, si sussegue GOW 2, in cui Kratos sta ormai per attaccare l’Olimpo ma l’unico motivo che lo trattiene è Sparta, la sua città natale. Ciò porta all’attacco di Zeus, che in lui rivedeva la figura di Ares: il padre degli dei lo trafigge con la spada titanica e distrugge Sparta con tutti suoi abitanti. Sembra la fine per Kratos, ma per sua fortuna interviene la titanide Gea che, risentita per la sconfitta nella Titanomachia, lo salva e si  allea a lui per annientare gli dèi. Kratos riesce a tornare  nel momento in cui Zeus lo sconfigge, tramite il portale temporale delle Parche, ma prima che Kratos uccida Zeus, Atena si mette in mezzo e si sacrifica per il padre. 

A concludere la saga c’è God of War 3, gioco che inizia con una delle scene più iconiche della saga, in cui ci vengono mostrati Kratos e i titani scalare il monte Olimpo per scontrarsi con gli dèi, aiutati dal semidio Ercole, i centauri e altre creature mitologiche. Dopo aver ucciso tutti gli dèi e, dopo diversi colpi di scena, Kratos affronta finalmente Zeus e lo sconfigge, donando all’umanità la Speranza che aveva assorbito tramite l’apertura del vaso di Pandora. 

Nei titoli di coda del gioco si vede una scia di sangue senza il corpo dello spartano, segno che in realtà il dio della guerra non è morto.  

Giocando a questa celebre serie ho provato  moltissime emozioni: tristezza e amarezza quando Kratos si è visto portare via la famiglia, rabbia nel momento in cui gli dèi non hanno esaudito le sue richieste e soddisfazione, quando Kratos ha portato a termine la sua vendetta nei confronti di tutti coloro che lo avevano tradito e gli avevano mentito. Inoltre è impossibile non essere  colpiti dalla figura e dalla storia di Kratos, che è costantemente alla ricerca della felicità, che per lui  consiste in una vita stabile e in armonia con la sua famiglia, che  purtroppo il destino non gli ha concesso. 

Questa sensazione continua di  disperazione e di rivalsa, ha addirittura portato lo spartano ad affrontare entità eccezionali del calibro del Minotauro, della Medusa, delle Parche e degli dèi, gli artefici del suo dolore, pur di non sentire quel  rimorso e di provare un sentimento di appagamento per aver ucciso coloro che avevano causato il suo dolore. Purtroppo questi suoi desideri non si avverano, e Kratos arriva  alla distruzione della Grecia intera:una volta spazzato via tutto,  capisce però che la vendetta non è la soluzione,  l’unica cosa che rimane è  la speranza, forza che Kratos libera in senso letterale per donarla agli uomini.

Molti videogame hanno preso spunto da GOW, tra i più noti ci sono Conan il Barbaro (2008) e Dante’s Inferno (2010), entrambi sono giochi straordinari  e in particolare quello di Dante, in cui si ha la possibilità di controllare Dante Alighieri sotto la veste di crociato e nel mentre viaggiare nell’Inferno, affrontando tutti i dannati appartenenti a ogni girone, fino ad arrivare nei pressi del lago Cocito e sconfiggere Lucifero in persona.

Emanuele Parisi, 3C

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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