Il DuemilaVentennio

Il DuemilaVentennio

IL FATTO

Sabato 18 febbraio, davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, sei ragazzi di Azione studentesca hanno assalito e percosso due studenti. Il giorno seguente i senatori toscani del Pd Silvio Franceschelli, Dario Parrini e Ylenia Zambito hanno commentato: “È ormai evidente che il pestaggio di alcuni studenti è stata una tipica azione squadrista e fascista”. La suddetta organizzazione giovanile, sin dalla sua rifondazione nel 2016, si è infatti associata a Fratelli d’Italia e agli ideali del sovranismo e del nazionalismo, opponendosi all’alternanza scuola-lavoro, al movimento “Fridays For Future”, alla “teoria gender”, alle restrizioni contro la diffusione del covid e allo slogan “black lives matter”.

fotogramma del video del pestaggio al Liceo Michelangiolo

COSA SIGNIFICA?

La notizia mostra che il fascismo e le ideologie di estrema destra sono ancora sfortunatamente popolari in Italia e in misura ancor più preoccupante tra i giovani, che rappresentano la futura popolazione votante italiana, ma perché ciò accade ancora anche dopo l’orrore del Ventennio? Le istituzioni non hanno fatto abbastanza per dissuadere gli Italiani dal seguire questo tipo di dottrine?

UN’IDEOLOGIA “COMODA”

Si può supporre che il motivo sia che reagire alle problematiche sociali sulla base della propria prima e superficiale interpretazione, rifiutare ogni tipo di sviluppo civile e culturale, accettare come dato di fatto i precetti insegnatoci da genitori e parenti senza rielaborarli e creare un nemico comune che rappresenta il male puro, siano tendenze umane e confortevoli, molto più semplici da credere e da capire – e quindi molto più allettanti – di pensieri che espongono il proprio punto di vista in modo più sfaccettato e complesso. Inoltre, sottostare alla dittatura, alla limitazione delle proprie scelte, può dare un contorto senso di sollievo, dato che combattere per i propri diritti e prendere l’iniziativa contro l’oppressione richiede molta più fatica e coraggio. 

UNA CONSEGUENZA DELLA SFIDUCIA POLITICA?

Dalle prime elezioni politiche della Repubblica italiana nel 1948 fino alle ultime del 2022, la percentuale di affluenza alle urne è progressivamente calata, raggiungendo nel 2022 il tasso più basso di sempre, il 63,91%. Inoltre, secondo una recente ricerca dell’Istat, nel 2022 quasi 4 milioni di elettori hanno dichiarato di aver perso qualsiasi fiducia nella politica. Questa crescente apoliticità e generale disinteressamento verso il campo della politica porta anche ad una comprensione confusa ed incompleta della burocrazia e del nostro sistema amministrativo; si potrebbe sviluppare, quindi, un’attrazione verso l’apparente semplicità della centralizzazione, del governo di uno, che prende decisioni immediate a scapito della libertà dei cittadini. 

CE NE SIAMO SCORDATI

Il periodo del Ventennio fascista in Italia è ormai concluso da tempo e ogni esempio estero di regime dittatoriale, come per la Russia o per la Cina, sembra molto distante dalla nostra realtà. In qualche modo, quindi, gli italiani sembrano aver dimenticato l’oppressione fascista, mentre i più giovani semplicemente non l’hanno conosciuta, cosa che li ha resi facilmente abbindolabili da ideologie fasciste e di estrema destra. 

È anche vero che comunemente la nozione di fascismo è associata strettamente e quasi unicamente al Ventennio, che è da tutti considerato funesto e nocivo. Questa concezione, tuttavia, non è generata da un’effettiva conoscenza delle caratteristiche ideologiche del fascismo, che permetterebbe anche ai più giovani di riconoscerlo, ma, al contrario, da una semplice connotazione negativa del termine: è quindi del tutto probabile che un giovane che supporta ideali effettivamente fascisti (come autoritarismo, censura, limitazione del diritto di voto) rifiuti prontamente questa interpretazione delle proprie idee. 

INTERNET FAVORISCE LA RADICALIZZAZIONE

In seguito alla recente e repentina diffusione dei social media, i gruppi estremisti sono stati in grado di diffondere la propria ideologia attraverso contenuti mediatici più difficilmente controllabili dalle istituzioni. Spesso i metodi di propaganda di questi gruppi hanno l’obiettivo di portare progressivamente un individuo ad opinioni sempre più estreme: si parla, perciò, propriamente di radicalizzazione. Un esempio recente di radicalizzazione avvenuta tramite internet è quella della propaganda jihadista o, più generalmente, della destra radicale, che attrae uomini fragili e soli con la promessa di risolvere i loro problemi e l’offerta di una comunità unita e accogliente, per poi rendere sempre più normali ai loro occhi le opinioni più bigotte e incoraggiare, nei casi più estremi, anche atti di violenza o terrorismo.

C’È DA PREOCCUPARSI?

Tre giorni dopo il pestaggio degli studenti del liceo Michelangiolo, Annalisa Savino, la preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, ha scritto a studenti, genitori e personale Ata della scuola che dirige la seguente lettera

Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, in seguito al polverone alzato dalla missiva, ha commentato: “È una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il fascismo o con il nazismo”. Ma è vero che non c’è alcun pericolo? Secondo un’opera di monitoraggio iniziata dal collettivo internazionale Antifa nel 2014, si contano ad oggi ben 225 aggressioni fasciste da sud a nord, tra cui 11 omicidi e 28 attentati. Anche a Brescia, recentemente sulla ringhiera dell’Istituto Mantegna, è comparso uno striscione esposto dal gruppo di estrema destra Blocco Studentesco con scritto “La Resistenza è una cagata pazzesca”. Lo stesso fatto del liceo Michelangiolo, per quanto più mite rispetto a quelli prima menzionati, dimostra una reale e preoccupante tendenza al fascismo che deve essere combattuta con l’educazione ma anche nella vita di tutti i giorni non mostrandoci indifferenti, o addirittura accondiscendenti, quando commenti sprezzanti e discriminatori vengono camuffati come umorismo nero.

Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Niccolò Bosetti, 2C

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