Dietro un mazzo di carte Bicycle

Dietro un mazzo di carte Bicycle

“Il mago è l’artista più frustrato di tutti: è l’unico, infatti, ad allenarsi ore e ore ogni giorno su tecniche che non può far vedere a nessuno”. A parlare è Mad Markson: 25 anni, manager di uno dei maghi più importanti del panorama italiano e, indubbiamente, uno dei più grandi conoscitori dell’arte magica nel nostro Paese.
Nato a Locarno, Svizzera, consegue la maturità scientifica nel 2012 e solo quattro anni dopo inizia il percorso con Diego Allegri. Negli ultimi due anni, infatti, Mad e Diego hanno lavorato per istruire la nuova generazione italiana di maghi. Un percorso di formazione cominciato con le lezioni e ampliatosi a dicembre con Talking Magic, una piattaforma online che consente a tutti gli appassionati di quest’arte di iscriversi e avere accesso a tutorial ma anche a spiegazioni più teoriche.

L’obiettivo infatti è quello di approfondire due aspetti fondamentali in questo mestiere: il primo, quello più ovvio, è l’aspetto della tecnica, al quale però i giovani sembrano essere troppo legati, senza prestare attenzione al rapporto con il pubblico; il secondo è meno intuitivo ma, indubbiamente, più importante ed è quello della forma mentis; un mago infatti deve essere un “maestro dell’impossibile”, dev’essere in grado di guardare qualcosa di infattibile e trovare un metodo per farlo non solo in modo invisibile bensì impercettibile. Un altro punto fondamentale della mentalità di un mago è quello del creare un rapporto con il pubblico e, per farlo, bisogna essere credibili senza allontanarsi da chi si è realmente. “Il legame con gli spettatori permette di conoscere le persone e completare se stessi”. Quello tra mago e pubblico deve essere un rapporto sincero: il mago, infatti, ammette l’utilizzo di trucchi, perché la vera magia sta nell’emozione e nel clima che si crea.

Insomma, per essere un buon mago la tecnica non basta e, come diceva Arturo De Ascanio, il padre della cartomagia spagnola, “per essere un buon Prestigiatore occorrono tre cose: mani, testa e sorriso”.

Federico Russo

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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