Backmasking: tra leggenda e realtà

Backmasking: tra leggenda e realtà

“If there’s a bustle in your hedgerow don’t be alarmed now, it’s just a spring clean for the may queen. Yes, there are two paths you can go by but in the long run there’s still time to change the road you’re on”. Quella che avete letto o cantato nella vostra testa in questo momento è una strofa ormai conosciutissima da Stairway to Heaven della leggendaria band Led Zeppelin. Pensereste mai che dietro a questo testo potrebbe nascondersi un testo di tutt’altra natura? Magari dedicato ad una figura affascinante quanto temuta come il Diavolo? Ebbene sì, a volte capita anche questo se si parla di backmasking. A prima vista questa parola potrebbe sembrare uno strano processo freudiano, ma si tratta di tutt’altro e man mano che leggerete questo articolo cercherò di spiegarvi a cosa mi riferisco.

Tutto parte nel 1877 con l’invenzione del fonografo (strumento per registrare il suono), quando cominciò a svilupparsi una tecnica di registrazione, quella appunto appena nominata, la quale consiste nell’inserimento di un suono o di un messaggio al contrario che può essere ascoltato solo riavvolgendo la traccia.

Non c’è un personaggio in particolare che ha introdotto questa pratica ma è sicuramente da nominare l’occultista e fondatore della religione di Thelema Aleister Crowley che, nel quarto libro della sua saga Magick, raccomandava agli adepti di ascoltare nastri al contrario per aiutarsi a pensare al contrario rispetto ai significati esterni. Questa tecnica è stata usata anche nell’ultima scena del film Donne di lusso del 1935.

Aleister Crowley

Quello che poteva essere una innocua eresia di uno studioso dell’occulto è diventata nel tempo fonte di controversie: numerosi gruppi di cristiani fondamentalisti cominciarono a diffondere la “scoperta” che numerose band Rock e Heavy Metal emergenti al tempo stavano usando messaggi al contrario per plasmare le menti dei giovani e trasformarli in adepti al culto del Diavolo, istigarli ad atti come suicidio, vandalismo e possibilmente all’uso di droghe che ha poi sparso allarmismo tra le famiglie americane dell’epoca.

La Virgin Radio riporta in un interessante articolo alcuni dei più famosi casi di questo ambiguo uso di backmasking. Uno di questi è Hotel California degli Eagles. Nella frase “nel bel mezzo della notte, solo per sentirli dire” ci sarebbe un messaggio che recita “Satana ascolta questo, lui ha fatto in modo che credessi in lui”. Don Henley, cantante della band, quando descrisse la canzone, disse: “E’ in sostanza una canzone sulla grande parte nascosta e non piacevole del sogno americano e sull’eccesso in America, qualcosa che noi conosciamo bene” , ma non si espresse mai sulle accuse.

Importante poi nominare il caso dei Judas Priest: due giovani tentarono il suicidio e mentre uno riuscì nel suo intento l’altro sopravvisse e puntò il dito contro la loro canzone Better by you che secondo lui conteneva un messaggio che recitava “Fallo!”, ovviamente riferendosi all’atto suicida. Le famiglie del ragazzo e del defunto portarono conseguentemente la band in tribunale con l’accusa di istigazione al suicidio. Il caso fu archiviato perché le accuse fecero storcere il naso al giudice.

Uno dei primi gruppi ad usare in modo esplicito il backmasking però fu quello dei Beatles, che ovviamente lo utilizzarono per ragioni stilistiche e satiriche. In particolare John Lennon si divertiva molto ad usarlo nella sua musica. Le varie accuse di messaggi subliminali portarono alla diffusione, nel 1969, della teoria “Paul is dead”: teoria secondo la quale il vocalist Paul Mccartney sia stato sostituito con un sosia alla sua presunta morte per incidente d’auto nel 1966. Le presunte prove a sostegno sono molte ed includono indizi nelle copertine degli album, messaggi subliminali e apparenti cambiamenti fisici di Paul nel corso del suo invecchiamento. 

Paul Mccartney (secondo da sinistra)

Tra le varie leggende metropolitane e teorie cospirative però si nascondono casi di reale Backmasking che sono tutt’altro che inquietanti o desiderosi di plasmare menti: i Pink Floyd nella traccia dell’album The Wall, Empty Spaces, dicono:

Congratulazioni. Hai appena scoperto il messaggio nascosto. Per favore manda la tua risposta al vecchio Pink alla funny farm, a Chalfont

Il gruppo si riferiva a Syd Barrett, ex membro e fondatore della band che in quel periodo risiedeva in ospedale psichiatrico dopo essere stato allontanato dal gruppo per problemi comportamentali dovuti all’assunzione di sostanze psicotrope. Oltre a loro anche i Soundgarden nella loro canzone 665 ci regalano un’esilarante messaggio subliminale volto ovviamente a prendere in giro chi credeva veramente a leggende del genere.

Oh Babbo Natale, ti amo tesoro. Il mio re del Natale, Babbo Natale è il mio re! Ti amo piccolo Babbo Natale!

Chris Cornell, frontman dei Soundgarden

La spiegazione al fenomeno dietro a tutte queste leggende è facilmente interpretabile con la pareidolia acustica: il nostro cervello infatti, davanti ad un linguaggio incomprensibile (come potrebbe essere una frase al contrario) sente il bisogno di renderlo comprensibile, a volte portando l’individuo a sentire parole che in realtà non ci sono. Degli esempi di illusione acustica comprendono la Scala Deutsch che consiste nella riproduzione simultanea di due tracce che ascoltate singolarmente sembrano produrre un suono, mentre ascoltate in simultanea ne producono un altro.

La pareidolia potrebbe essere sperimentata anche in quelli che in inglese sono chiamati misheard lyrics, letteralmente testi sentiti male. Può succedere anche se l’individuo conosce la lingua in cui è cantata la canzone (ad esempio in My Heart will go on di Celine Dion alcuni ascoltatori capiscono Hot Dogs invece di Heart does), ma succede soprattutto se l’ascoltatore non conosce la lingua della canzone. Infatti YouTube è pieno di video di fan di musica coreana o di qualunque lingua diversa dall’inglese che si divertono a mettere i sottotitoli di ciò che il loro cervello gli suggerisce, producendo frasi divertenti e a volte senza alcun senso logico.

Sicuramente l’isteria di massa legata al Backmasking è stato un ennesimo tentativo di opporsi alla novità: all’epoca il rock e il metal erano generi prettamente nuovi e mai sentiti prima, soprattutto per l’invenzione della chitarra elettrica e della possibilità di distorcere il suono che gli artisti Heavy Metal nel corso di quegli anni cercavano disperatamente di rendere più violento. In questo miscuglio di leggenda e realtà una cosa è certa però: l’uomo non smetterà mai di cercare di abbattere qualunque cosa cerchi di invadere la sua comfort zone.

4L Giada

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