Hadir, dall’Egitto al Gigli

Hadir, dall’Egitto al Gigli

Vi presentiamo il primo articolo della rubrica Al Gigli, voci dal mondo in cui conoscerete Hadir di 3F, proveniente dall’Egitto.

Ciao, ti presenti?

Mi chiamo Hadir Elbaghl, ho vent’anni e vengo dall’Egitto. Sono in Italia da tre anni e faccio la 3F del Liceo delle Scienze Umane Gigli.

Raccontaci il tuo primo giorno in Italia.

Non ricordo precisamente quel giorno, ma all’inizio è stato difficile soprattutto capire quello che dicevano le persone ed esprimermi in italiano. Per esempio, i primi tempi andavo al supermercato e non ero capace di farmi capire.

È stato difficile ambientarsi? Ti senti a tuo agio nella tua vita italiana?

All’inizio è stato difficile, ma adesso so come si vive in questo Paese e come ci si relaziona con gli altri. Ora mi sento tranquilla.

C’è qualcosa che ti ha particolarmente colpito della cultura italiana?

Non so, ma il modo di pensare delle persone in Italia e in Egitto secondo me è simile, mentre altre cose sono diverse, come il cibo o la scuola.

Quali sono le maggiori differenze tra questa scuola e quella dove studiavi prima?

In Egitto si fanno verifiche finali solo al termine del primo e del secondo quadrimestre e non ogni mese come in Italia. Anche la durata è diversa: le scuole elementari durano sei anni, le medie tre e le superiori tre. L’istruzione è obbligatoria fino ai quattordici anni e a diciassette si prende il diploma.

Che cosa ti piace di più delle tue giornate a scuola e che cosa di meno?

Mi piacciono i miei insegnanti e i miei compagni, ma a scuola sento che non sempre il mio velo è visto di buon occhio. Le mie materie preferite sono matematica, fisica e le lingue straniere, anche se da quando sono in Italia faccio più fatica con l’inglese e il francese perché sono concentrata a imparare l’italiano.

Hai fatto nuove amicizie qui in Italia?

Sì, ho conosciuto alcuni ragazzi soprattutto marocchini e indiani. Non frequento molto gli egiziani perché vogliono parlare arabo, mentre io preferisco esercitare la lingua italiana. Non parlo però neanche spesso con gli italiani perché pensano che non capisco quello che mi dicono.

Che cosa fai nel tempo libero? Facevi qualcosa di diverso prima di venire in Italia?

Prima della nascita del mio fratellino, che adesso ha un anno e due mesi, uscivo spesso con le mie sorelle o con gli amici, ma adesso trascorro la maggior parte del mio tempo con lui. Nel tempo libero ascolto la musica classica e un po’ di rap; non guardo molto le serie TV, ma mi piacciono i film americani e italiani. Quando ero in Egitto leggevo spesso libri in arabo, in Italia invece non sto ancora leggendo tanto per via della difficoltà con la lingua.

Qual è il tuo piatto preferito? Ti manca la cucina del tuo Paese?

Il mio piatto preferito è la pasta con i gamberi. Non mi manca tanto la cucina del mio Paese d’origine perché ogni mese a casa mangiamo alcuni piatti egiziani, come il koshari, a base di pasta, salsa al pomodoro con riso, lenticchie e cipolle.

Chi o che cosa ti manca di più del tuo Paese d’origine?

Mi mancano soprattutto gli amici e i parenti che sono rimasti in Egitto, in particolare i nonni. Mi manca anche poter visitare posti nuovi perché qui esco poco e ho meno libertà.

Come immagini il tuo futuro?

Immagino il mio futuro qui in Italia, magari a Milano. Fino a poco tempo fa pensavo di andare all’università dopo aver preso il diploma, adesso invece ho cambiato corso di studi e credo che cercherò subito lavoro. Vorrei anche prendere la patente e fare più amicizie.

 

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