L’interrato del Gigli “sputa” rap

L’interrato del Gigli “sputa” rap

Gli haters non lo spaventano, macina rime e assonanze, e lo fa con l’umiltà di chi dai cattivi commenti vuole solo imparare. Classe 2001, Ossama Chargui, in arte King, nel piano interrato del Gigli sfoga la sua passione per il rap dando forma ai suoi pezzi con i compagni che compongono la sua gang e che insieme a lui si sfamano di metrica e di flow.

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Il nome d’arte viene dal nickname che Ossama utilizza quando gioca alla Play: “Nel mondo virtuale mi sono sempre fatto chiamare King e ho deciso di usarlo anche in quello musicale”. Cinque le canzoni pubblicate dallo scorso gennaio, quando è stata lanciata “Don’t worry”: “Con un gruppo di amici, a scuola, ci siamo impegnati in questo progetto. – spiega Ossama – Ho sempre avuto l’idea di iniziare, perché è una delle mie passioni fin da piccolo. Chi non ha mai cantato sotto la doccia? Allora abbiamo preso una base e le parole sono venute fuori come un fiume in piena”.

La prima canzone ha attirato l’attenzione del pubblico, ma anche dei detrattori: “Dopo il successo del pezzo, sono arrivate le prime critiche. Un sacco di haters pieni di invidia che scagliavano contro la mia musica tutta la loro frustrazione. Mi accusavano di cantare per moda, dicendomi che il rap non è obbligatorio. Ma io faccio musica per esprimere me stesso, perché ne ho bisogno”.

Dai commenti velenosi ricevuti in Rete nasce “Giusto per chiarire”, dissing irriverente e ironico, nel quale il rapper risponde per le rime e ribadisce la sua volontà di non bruciare le tappe: “Voglio chiudere in bellezza, – canta nel pezzo – dici non sei all’altezza, anzi sai, aspetta, aspetta, perché non voglio avere troppa fretta, lascio tutti i file nella mia chiavetta”. Una chiavetta piena di testi, perché King scrive spesso, anche canzoni d’amore che però, confessa, “non usciranno mai”. Si ispira al rapper Achille Lauro perché, racconta, “è colto e i pezzi sono intelligenti, e parlano dei problemi di oggi senza troppi luoghi comuni”.

Ma come nascono le sue canzoni? “Scrivo quando sono incazzato. Torno a casa con la rabbia che monta, ascolto una base e mi metto a scrivere il testo sul cellulare. Niente carta, no, perché il telefono ce l’hai sempre con te. Penso a un argomento, una parola chiama l’altra, quasi in modo spontaneo, grazie ai suoni e al senso”.

Quando parla dei suoi obiettivi futuri è determinato e non smette di sorridere: “Andare in fabbrica! Faccio musica per hobby, se dovessi diventare ricco tanto meglio, ma non sono uno che si accomoda”. Accanto a lui gli amici fidati, membri della sua gang: Diego Morfeo, beat maker, Youssef Chargui, video maker, e Alessandro Sussi, collaboratore.

Eppure l’amore compare dentro il suo primo testo, pure se fugace: anche Ossama non ha resistito all’incanto della rima fiore-amore che come scrisse il poeta Umberto Saba è la più antica e difficile del mondo: “Pensa a quando ti ho lasciata, un minuto, una chiamata, pure io mi sono rotto il cuore e ci ho appoggiato sopra un fiore”.

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Pubblicato da ilgiornalinogigli

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