L’evoluzione artistica più interessante dell’ultimo decennio

L’evoluzione artistica più interessante dell’ultimo decennio

Così è descritta dalla critica la carriera di Tyler, the Creator, acronimo di Tyler Gregory Okonma, cantautore e produttore discografico statunitense, conosciuto anche per piccole produzioni videografiche pubblicate nel corso della sua carriera. Ma come è riuscito a meritarsi questa fama? Come e perché è cambiato il suo modo di fare musica?

BASTARD (2009)

Tyler inizia la sua carriera musicale come membro del collettivo hip hop “Odd Future”, che comprende altri artisti ad oggi molto popolari come Earl Sweatshirt e Frank Ocean. Come guida del collettivo, Tyler si occupa della produzione della maggior parte dei lavori del gruppo, oltre a realizzare tutti gli artwork promozionali, costumi e merchandise. Okonma rilascia quindi il suo primo mixtape autonomo, nominato Bastard, nel 2009, mostrando per la prima volta il suo personaggio eccentrico e audace. Le prime produzioni di Tyler sono infatti caratterizzate da un rap rigido, “spietato” e “puro” perché strettamente legato all’hip hop tradizionale; ma soprattutto dai temi oscuri e controversi ritrovabili in brani come Sarah, che tratta lo stupro e l’omicidio di una ragazza. L’album è per questo considerato piuttosto di cattivo gusto dalla critica e dagli ascoltatori, ma riesce comunque a conquistare dello spazio sotto i riflettori al rapper, anche se non con i migliori dei mezzi.

GOBLIN (2011)

La strada verso il successo di Tyler, tuttavia, si apre solamente nel 2011, dopo la pubblicazione del suo primo album registrato in studio, “Goblin”. L’opera presenta una crescita artistica minimale rispetto a Bastard e mantiene anche lo stesso stile oscuro e sensazionalistico, esemplificato in brani come “She”, che tratta, questa volta, il rapimento della figlia dei vicini. Oltre a delle decenti vendite iniziali l’album non ha un riscontro particolarmente positivo, e raggiunge la popolarità solamente grazie al video musicale del brano “Yonkers”, ritwittato da Kanye West, icona senza tempo dell’hip hop americano, che lo descrive come “il video musicale del 2011”. E il video, effettivamente, lo è. Non è da dimenticare, infatti, che Tyler è anche un buon videografo e regista di diversi video musicali. Grazie al suo talento, e tanta fortuna, Okonma riesce, quindi, a raggiungere i 144 milioni di visualizzazioni sul video sopracitato, diventando per la prima volta un’effettiva figura del panorama hip hop del tempo. 

WOLF (2013)

Tyler non esita a cavalcare l’onda del suo successo, pubblicando nel 2013 “Wolf”. Tutte le caratteristiche peculiari del suo stile sono intatte, ma è già palpabile una grande evoluzione artistica, sia dal punto di vista lirico che dal punto di vista musicale. Altra peculiarità dell’opera è che questa funge da ultimo capitolo di una vera e propria trilogia, mostrando la capacità di Tyler di narrare una storia, per quanto contorta, attraverso la musica. L’album viene perciò considerato piuttosto unanimemente il miglior lavoro dell’autore fino a quel momento, ripulendo almeno parzialmente la controversa reputazione del rapper, che ora pare essere un artista capace e degno di riconoscimento.

CHERRY BOMB (2015)

Il picco della fama di Okonma, tuttavia, non dura a lungo. La produzione successiva, Cherry Bomb, rilasciata nel 2015, viene infatti da subito disprezzata dalla critica, in quanto cerca forse eccessivamente di ostentare un’estrema creatività artistica, incapace però di convincere il pubblico. 

FLOWER BOY (2017)

Dopo il più che totale flop di Cherry Bomb, Tyler ha bisogno di creare qualcosa di sensazionale, che cambi radicalmente la sua posizione nel panorama musicale e che salvi la sua carriera e reputazione artistica crollata dopo il fallimento del 2015. Nel 2017, perciò, Okonma rilascia il suo quarto album registrato in studio, “Flower Boy”, la sua opera di gran lunga di maggior successo fino a quel momento. Flower boy debutta con ben 70.000 copie vendute e con acclamazione unanime della critica, che loda soprattutto il tono molto più personale dell’album, centrato sulla psicologia e sui sentimenti dell’artista, e il suo forte distacco dalla volgarità e dal sensazionalismo che pervadevano le produzioni precedenti. Con Flower Boy, inoltre, Tyler si allontana per la prima volta anche dal rap tradizionale, espandendo il raggio di generi musicali nei quali si cimenta la sua musica. Grazie a ciò, l’album è in grado di essere nominato ai Grammy’s, anche se perde di fronte alla grandezza di “Damn.” di Kendrick Lamar.

IGOR (2019)

Okonma, tuttavia, raggiunge il culmine della sua espressione artistica solo con la pubblicazione di “Igor” nel 2019. Se Flower Boy, infatti, può sembrare un distacco anche fin troppo radicale e quasi commerciale dallo stile peculiare di Tyler, Igor riesce a mescolare egregiamente l’emotività e la profondità tematica di Flower Boy con la vena cinematografica e la peculiare capacità di raccontare storie tramite la musica tipiche dell’artista e purtroppo andate a perdersi dopo “Wolf”. In Igor, infatti, Tyler narra una storia di amore non ricambiato, di relazioni complicate, di innamoramento trovato, perso e ritrovato ancora, che si sviluppa fluidamente di canzone in canzone facendo utilizzo di veri e propri espedienti narrativi che rendono l’album un’esperienza unica nel suo genere. Canzoni come “I THINK”, infatti, parlano dell’innamoramento, “NEW MAGIC WAND” tratta della gelosia tossica e dell’attaccamento morboso che questo amore provoca; in “A BOY IS A GUN*” Tyler menziona un primo distacco dal ragazzo che ama poiché riconosce il dolore che questo gli provoca benché con “PUPPET” Tyler ritorni dall’oggetto del suo amore che è in grado di controllarlo come, per l’appunto, una marionetta. In “GONE, GONE / THANK YOU” il protagonista dichiara di aver perso il sentimento che provava e sembra aver accettato il distacco, anche se sia il testo che la musica, stranamente dolce-amara, danno l’impressione opposta. Nell’ultimo brano, “ARE WE STILL FRIENDS”, come suggerisce il titolo, Tyler esprime il desiderio di tornare a essere amico del ragazzo che amava, finendo, tuttavia, per ricominciare il ciclo di amore e sofferenza: il brano, infatti, si conclude con una nota musicalmente inconclusiva, che si completa solamente mettendo in loop l’album e riascoltando la prima nota del primo brano. Con Igor, inoltre, è ancora più evidente il quasi totale distacco dal rap tradizionale, e, in realtà dal rap in generale, sostituito invece da brani più affini al neo soul e al jazz rap. Proprio per questo, infatti, anche se con Igor Tyler riesce finalmente a vincere un Grammy nella categoria “Miglior Album Rap 2020”, la premiazione non è priva di controversie, fondate principalmente sull’accusa che i Grammy’s considerino “rap” qualunque cosa esca dalla bocca di un artista di colore. 

CALL ME IF YOU GET LOST (2021)

Grazie all’incredibile successo di Igor, Tyler è riuscito a guadagnarsi il posto tra i migliori artisti hip hop del decennio. Il suo ultimo album, “Call Me If You Get Lost”, pubblicato nel 2021, per quanto non sia considerato alla pari di Igor, è infatti riuscito a vincere un altro Grammy nella medesima categoria di due anni prima. Call Me If You Get Lost ritorna musicalmente a un rap più puro e tradizionale, ma solidifica il distacco artistico dal sensazionalismo della trilogia di “Wolf” e assicura lo stabile andamento della carriera di Tyler, the Creator.

Niccolò Bosetti, 3C

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