Yume Nikki: Il Diario Dei Sogni

Yume Nikki: Il Diario Dei Sogni

In casa e “dietro a una finestra”. Sì, dietro ad una finestra. E’ stata la condizione di molti di noi ai tempi della pandemia, è stata la condizione di una delle più grandi poetesse di tutti i tempi, Emily Dickinson, ed esprime la condizione, anzi l’essenza, di Madotsuki (letteralmente “dietro una finestra”), protagonista di un ormai noto videogioco giapponese, Yume Nikki (Diario dei Sogni), creato nel 2004 da un misterioso programmatore celato dietro l’identità di Kikiyama. Videogioco simbolico e criptico, esattamente come una poesia o un sogno, di quelli che si possono fare ad occhi aperti volando con la fantasia o di quelli che si fanno realmente di notte. Infatti, esattamente, come molti altri settori, anche quello ludico è stato influenzato e attratto dal mondo dei sogni, su cui molto lavorò Freud, elaborando la teoria del Super-Io, la componente di noi che quando siamo svegli in qualche modo riesce a impedire al cervello di immaginare e visualizzare cose per noi assurde o dolorose, ma che durante la notte trova libero sfogo, perchè indebolito, e lascia quindi la possibilità al nostro subconscio di manifestarsi nel modo a lui più congeniale. 

Madotsuki non è nient’altro che una hikikomori, un’adolescente affetta da ansia sociale e agorafobia che preferisce abbandonare il contatto con la realtà e con le altre persone, molto abile nella pratica dei sogni lucidi.

La stanza di Madotsuki. Il fatto che scriva i sogni sul suo diario è la conferma che siano sogni lucidi

Madotsuki, infatti, si addormenta, noi (con lei) affrontiamo la sua transizione, usciamo dalla stanza e, infine, accediamo al Nexus, un ponte che collega la camera della ragazza ai diversi mondi presenti nel sogno e che permetteranno di collezionare i ventiquattro “oggetti speciali” che implementano la realtà della protagonista e le permetteranno di “tornare indietro”. 

Ma è davvero questo il solo scopo del videogioco giapponese? I giocatori, infatti, non possono non interrogarsi sulla evidente e codificata simbologia presente in esso, simbologia che però resta criptica e sulla quale sono molti gli interrogativi: cosa rappresentano quei luoghi per Madotsuki? Gli effetti sulla protagonista hanno anch’essi dei significati? 

Mondo dei blocchi

Non sappiamo, perché la musica, costituita da piccoli loop, fa perdere completamente la concezione del tempo e all’interno dei sogni è facilissimo perdersi. Possiamo persino arrivare a dire che il giocatore, tranne che sul dover raccogliere gli oggetti, non ha la minima idea di quello che sta succedendo né del perché.  L’autore del gioco ha ribadito più volte che lo scopo non è narrativo ma più che altro esplorativo, tuttavia alcuni giocatori hanno cercato di mettere insieme simboli ed eventi e hanno formato anche teorie tragiche sulla vita della hikikomori. 

Indizi forse di violenza sessuale vissuta dalla ragazza, di possibili aborti, di perdite affettive importanti e del conseguente tentativo di distacco dal mondo reale che certi avvenimenti possono accompagnare. Perché brutte esperienze di questo genere, purtroppo, colpiscono sempre più spesso la popolazione femminile e non da ultimo le ragazze adolescenti che, però, non hanno sempre a disposizione strumenti efficaci a loro sostegno.

La forma del personaggio di Mars san implicherebbe un aborto

Il gioco (che vi consiglio di provare, anche solo per cercare di comprenderne meglio il significato profondo. Più siamo e più i sogni possono diventare chiari), quindi, al di là di tutto, dovrebbe far riflettere su alcuni meccanismi che i giovani di oggi si trovano a dover affrontare. E questo mondo andrebbe narrato ed esplorato con l’accompagnamento di persone adulte affidabili ed esperti medici e psicologi. 

Giada Orru, 4L

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.