VIDEOGIOCHI: SFATIAMO I MITI

VIDEOGIOCHI: SFATIAMO I MITI

Quante volte ai ragazzi sono state rivolte frasi del tipo ‘’Ti fondono il cervello’’, ‘’Non ti fanno bene’’, ‘’Non ti insegnano nulla’’, ‘’Così perdi il contatto con la realtà’’? Tutte banalità che si conoscono a memoria ormai. Genitori arrabbiati e insegnanti non da meno sono all’ordine del giorno, se si parla di videogiochi. Ma sono davvero tanto tremendi? Davvero non insegnano nulla? 

Prima di rispondere a queste domande, bisognerebbe chiarire che cosa sono davvero i videogiochi? I videogiochi sono software che simulano situazioni di carattere ludico (competizioni sportive, combattimenti o sfide di vario genere ambientate nei luoghi più diversi), permettendo a uno o più giocatori di giocare tra loro.

photo by Jezael Melgoza

La fascia d’età di coloro che usano i videogiochi è in genere quella tra i 16 e i 29 anni, sebbene in alcuni paesi, come il Regno Unito, l’età media sia più alta, con la metà dei videogiocatori totali con più di 40 anni; in Italia l’età media è di 28 anni. Nonostante le diverse età dei gamer, possiamo sommariamente dire che oggi nel mondo i videogiochi sono praticati da almeno 130-145 milioni di persone, fatto questo che merita sicuramente una riflessione sull’argomento, considerando anche che il fenomeno dello streaming (praticato da persone di tutte le età) ha anche consentito l’aumento dei download di vari videogiochi, per esempio Minecraft, Apex, Call Of Duty, Fortnite, Genshin Impact, Grand Theft Auto V, League Of Legends, Rocket League, Roblox, OverwatchWorld of Warcraft.

photo by Fábio Silva

E ora rispondiamo alle domande

È stato dimostrato, contrariamente alle aspettative, che giocare ai videogiochi può stimolare e migliorare diverse abilità cognitive: risoluzione dei problemi, capacità di passare in poco tempo da un’attività all’altra, velocità di elaborazione delle informazioni. Per tale ragione, possono essere utilizzati anche per scopi educativi e terapeutici. Secondo degli studi, giocare ai videogiochi aiuta a superare la dislessia, migliora la vista, incrementa la fisicità, dona benefici creativi, migliora la memoria e altre attività cognitive, aiuta a distrarsi, migliora le abilità nel socializzare, crea amicizie, diminuisce lo stress. I videogiochi insegnano inoltre il gioco di squadra e allo stesso tempo a cavarsela da soli. Contribuiscono inoltre allo sviluppo di una serie di capacità cognitive importanti come la navigazione spaziale, il ragionamento, la memoria, la percezione e il problem-solving.

Giocare ai videogiochi incrementa molto le interazioni sociali, permettendo agli user di interagire con persone non solo del proprio paese, ma anche estere. Ciò porta quindi all’utilizzo concreto di lingue straniere, specialmente l’inglese, non solo in maniera orale, ma anche scritta. Giocare ai videogiochi inoltre aiuta a comprendere il mondo tecnologico, anche dal punto di vista tecnico. 

photo by Fausto Sandoval

Alcuni videogiochi sono addirittura utilizzati a scopo didattico, come per esempio Minecraft, nella versione Education. Minecraft: Education Edition permette di portare in aula un ambiente già perfettamente conosciuto dalla maggior parte degli studenti. Offre la stessa esperienza di Minecraft, ma con alcune caratteristiche aggiuntive che consentono loro di collaborare in classe ed offre supporto per gli educatori in modo che possano fornire attività di apprendimento all’interno del gioco. E’ progettato in modo tale che gli studenti possano lavorare in team per risolvere problemi o vincere le sfide all’interno del gioco con l’aiuto di tutta la classe. L’impegno nelle squadre di lavoro collaborative e negli ambienti di apprendimento che promuovono la cooperazione in classe aiuta a preparare gli studenti per il loro futuro. L’ambiente di apprendimento è aperto e quindi porta gli utenti a sperimentare mettendosi alla prova. Come nella vita reale non ci sono istruzioni passo-passo: gli studenti devono provare, fallire e riprovare per ottenere il risultato che vogliono. L’indubbio vantaggio è che in Minecraft: Education Edition, gli educatori sono in grado di mappare progetti e attività e fissare specifici risultati di apprendimento. Minecraft: Education Edition permette poi di creare attività di apprendimento che soddisfino tutti gli studenti ed in questo modo gli educatori possono creare lezioni completamente inclusive.

Giocare ai videogiochi, tuttavia, non fa sempre bene. Bisognerebbe infatti utilizzarli in maniera moderata per non sviluppare una vera e propria dipendenza: tenere sotto controllo il tempo, non trascurare la vita fuori dallo schermo e riuscire a distinguere realtà e finzione sono aspetti fondamentali per sessioni di gioco sane e proficue. 

La dipendenza da videogiochi è una vera e propria patologia: nello specifico la troviamo sotto l’etichetta “Internet Gaming Disorder” che comprende la dipendenza da videogiochi sia online ed offline. 

Eccone i sintomi: 

  1. Forte preoccupazione a riguardo del gioco (salienza cognitiva);
  2. Comportamenti di isolamento, quando il gioco non è possibile;
  3. Tolleranza (bisogno di aumentare il tempo di gioco per sperimentare soddisfazione);
  4. Tentativi infruttuosi di controllare/ridurre l’uso;
  5. Perdita di interesse per altri hobby o attività (salienza comportamentale);
  6. Uso eccessivo nonostante la consapevolezza che sussista un problema;
  7. Menzogne a riguardo del tempo trascorso giocando;
  8. Uso del gioco per sedare/regolare/ridurre un vissuto emotivo spiacevole;
  9. Perdita o compromissione di relazioni interpersonali rilevanti; compromissione del rendimento scolastico o lavorativo a causa del gioco.

Al momento l’unica cura è la prevenzione. I videogiochi possono essere una via di sfogo, di divertimento, opportunità per crescere da soli e in comunità, ma vanno saputi usare e soprattutto dosare.

photo by Sigmund

Gaia Usanza 1C

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