Una storia che (forse) non conoscete

Una storia che (forse) non conoscete

Si avvicinano le vacanze di Natale e gli amanti della lettura, posando uno sguardo di impaziente desiderio sui volumi previdentemente accumulati per l’occasione, già pregustano i momenti che potranno con più facilità dedicare al loro piacere…
Se invece non avete ancora scelto il libro che fa per voi, ecco qui un bel consiglio di lettura, una storia che (forse) non conoscete.

La sfuriata di Bet di Christian Frascella, Einaudi 2011

Elisabetta Corvino, una ragazza un po’ sopra le righe che ce l’ha con il mondo intero e non sa fare altro che mettersi nei guai: è proprio lei la protagonista della sfuriata del titolo.
La storia è ambientata nella Torino dei nostri anni, nel quartiere chiamato Barriera di Milano. Bet ha un rapporto conflittuale con la sua famiglia, piegata dal corso degli eventi, con la scuola, con gli insegnanti, con i compagni di classe e persino con sé stessa. Riesce ad avere un rapporto sereno e pacifico solo con due persone. La prima è Viola, una ventiduenne in dolce attesa incontrata per caso. Poi c’è Andrea, impegnato in prima persona in rivolte studentesche e non, di cui lei si innamora.
Bet viene definita una guerriera apache, proprio per la sua voglia di combattere contro le sempre più frequenti ingiustizie del nostro Paese. Una di queste riguarda la madre, Elena, che lavora per un’azienda che ha deciso di ridurre i posti di lavoro.  L’avvenimento che esaurisce la pazienza di Bet è proprio la carica da parte dei poliziotti in tenuta antisommossa al presidio esterno alla fabbrica. Dopodiché la protagonista attua una silenziosa rivolta individuale (sui cui dettagli è meglio soprassedere: il libro è davvero bello e non voglio togliervi il piacere di leggerlo), che la trasforma in una specie di eroina nazionale che ha dato voce a pensieri, sentimenti e rabbia condivisi e a lungo repressi.
Ciò che mi ha fatto appassionare maggiormente al romanzo credo sia stato il registro linguistico utilizzato dall’autore, già noto per Mia sorella è una foca monaca: Christian Frascella usa linguaggio e gergo giovanili veri, appresi incontrando le ragazze e i ragazzi di due Istituti torinesi che lo hanno ricevuto in classe, hanno letto il manoscritto in anteprima e gli hanno offerto critiche e consigli.
Io personalmente amo questo genere di romanzo perché, oltre a trattare temi di attualità in maniera comunque leggera, ha come protagonista un’adolescente. Proprio come me. Proprio come noi. Questo mi ha permesso di riconoscermi in molti aspetti neppure marginali.

Anna Mena

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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