Tornate indietro appena potete…

Tornate indietro appena potete…

Nell’affascinante cornice degli Stati Uniti d’America, con i grandiosi paesaggi naturali e le città dagli skyline mozzafiato dove si tessono le sorti mondiali, brulicanti di uomini e donne l’uno per l’altra anonimi, si svolge il romanzo giallo d’azione “Tornate indietro appena potete” di Fabrizio Barontini (Carmignani Editrice), vincitore dell’edizione 2019 del Premio Microeditoria di Qualità – sez. Giovani.

L’abbiamo incontrato nell’ambito della rassegna Un libro, per piacere! che, giunta ormai alla XVII edizione, ha di necessità cambiato formato, continuando però a offrire l’opportunità, preziosa, di parlare di un libro con il suo autore. La sera di venerdì 20 novembre ci siamo dunque collegati in una stanza virtuale su Meet dove la professoressa Venturini e Paolo Festa, presidente dell’associazione culturale L’impronta, hanno coordinato l’incontro, molto interessante perché Fabrizio Barontini ha condiviso con i partecipanti molte delle procedure e delle decisioni che lo hanno portato alla stesura del suo romanzo.

Il libro è ambientato negli Stati Uniti per poter dare realtà a questo tipo di giallo d’azione. Per tenere alta l’attenzione del lettore Barontini ha utilizzato in particolare il depistaggio, e da un certo punto in poi la lunga serie di omicidi. Ci ha detto che scrivere un romanzo è come fare un puzzle, tutti i tasselli si uniscono e alla fine al lettore deve tornare tutto, non ci devono essere domande irrisolte. Per dare sviluppo alla storia naturalmente si è documentato, ma mentre scriveva una scena, contemporaneamente la immaginava. 

Barontini ci ha raccontato di aver letto molto fin da adolescente, e di avere iniziato a scrivere proprio a quell’età, un racconto di fantascienza. Con il passare del tempo, la creazione di una famiglia e l’arrivo delle figlie (proprio alla primogenita Federica si deve la bella foto di copertina, perfettamente rispondente allo spirito del romanzo), ha iniziato a inventare storie per loro. Si è cimentato nei più svariati generi, cogliendo sempre qualche spunto dall’esterno. La scrittura è un suo momento creativo, con cui stacca dal lavoro di dirigente. Un messaggio del libro riguarda infatti il lavoro: il proprio impiego deve appassionare, ma non deve essere talmente totalizzante da far perdere di vista gli affetti famigliari, la propria realizzazione personale, i propri momenti liberi. 

Ringraziamo l’autore che ha conversato liberamente con noi, speriamo di poterlo incontrare nuovamente di persona, e Paolo Festa.

Sofia Torchiani 3L, Meryem Ouajiri 5C

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