Cyberbullismo: “Parliamo anche se la nostra voce trema”

Cyberbullismo: “Parliamo anche se la nostra voce trema”

Amy “Dolly” Everett a 8 anni era una bambina australiana che prestava il suo volto a una nota marca di cappelli. A 14 anni un’adolescente che si è tolta la vita perché diventata il bersaglio di bulli che sui social network la tormentavano.

La sua morte è avvenuta il 3 gennaio e a dare la notizia è stato il padre Trick in un post su Facebook nel quale ha mostrato l’ultimo messaggio che la figlia ha lasciato al mondo: un disegno con una giovane che danza e alle sue spalle la scritta “Parla anche se la tua voce trema”.

La drammatica storia di Amy è una delle tante che vede protagonista un’adolescente finita nella maglia del cyberbullismo. La nascita di Internet ha aperto, infatti, nuove e interessanti opportunità, ma non è tutto oro quello che luccica. L’uso sbagliato di uno strumento così potente come il computer può esporre i giovani a diversi pericoli tra i quali spicca il cyberbullismo, ossia la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e conosciuto come bullismo. Il bullismo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie da parte di un bullo,o un gruppo di bulli, su una vittima. Queste azioni possono essere delle vere e proprie aggressioni fisiche o verbali.

Oggi il bullismo con la tecnologia si fa cyberbullismo consentendo ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime perseguitandole in ogni momento della loro vita, 24 ore su 24 con messaggi, immagini, video pubblicati sul web e app tramite Internet come Thiscrush con l’ obbiettivo di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. Le motivazioni alla base sono le stesse del bullismo: la timidezza, l’orientamento sessuale, l’estrazione sociale, la disabilità, le caratteristiche fisiche.

Per prevenire il cyberbullismo bisogna educare tutti, soprattutto i giovani, ad un uso più consapevole e responsabile dei social come ad esempio non accettare l’amicizia da sconosciuti o da persone che sembrano sospette anche se si hanno altre amicizie in comune con loro oppure non supplicare il persecutore di smettere o mostrarsi arrabbiati perché, spesso, non fa che aumentare il suo interesse.

Il consiglio che viene dato dalle Forze dell’Ordine ai genitori per evitare conseguenze terribili è quello di un attento monitoraggio da parte degli adulti sui propri figli e allo stesso tempo quello di avere un dialogo sempre aperto e sincero.

Molti istituti scolastici, compresa la scuola media che ho frequentato, aderiscono a una serie di iniziative promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: attività di informazione e sensibilizzazione, realizzate in collaborazione con la Polizia di Stato per approfondire
i temi sulla navigazione sicura in Rete, con incontri serali per i genitori. Inoltre nell’ambito dell’istruzione scolastica la Dirigente Scolastica e il Docente referente hanno il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del  cyberbullismo e, se necessario, intervenire con provvedimenti disciplinari.

Quando si è vittime di questi fenomeni sia digitali che reali la soluzione migliore è sempre una: chiedere aiuto e, come ha scritto Amy, “parlare anche se la tua voce trema”.

Alessandro Cazzago, 1F, Liceo

Pubblicato da ilgiornalinogigli

Giornalino d’istituto📰 News, info e aggiornamenti e articoli direttamente dall’Istituto Superiore Lorenzo Gigli!! #giornalinogigli linktr.ee/giornalinogigli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.