STENDHAL A BRESCIA

STENDHAL A BRESCIA

Ogni città ha la sua storia, che sia grandiosa e marcata da fatti rimasti nella memoria o che sia sconosciuta ai più, poco importa. Ciò che più sorprende è che nei luoghi a noi più noti hanno vissuto persone diverse, di diversa importanza e fama, nel caso che vi raccontiamo di livello addirittura internazionale: questi personaggi fanno inevitabilmente parte della storia della nostra città.

In un freddo sabato pomeriggio dello scorso novembre un piccolo gruppo eterogeneo, incuriosito dal fatto che Stendhal abbia vissuto a Brescia, si è trovato ai piedi del monumento al matematico Tartaglia per poter conoscere il vissuto del giovane Marie-Henri Beyle nella nostra città. A fare da guida nell’esplorazione la professoressa Francesca Brizzi, che ci ha indicato i vari luoghi in cui Stendhal aveva vissuto, leggendo dalle note personali dell’autore la descrizione di alcune usanze bresciane, come la preparazione della polenta, e la descrizione della città:

20 thermidor
Brescia est une assez jolie ville, d’une grandeur médiocre, située au pied d’une petite montagne. Elle est abritée du vent du nord par son fort, situé sur un mamelon de la montagne. La ville qui est à peu près ronde, a 600 toises de diamètre. On se promené su la route de Milan, qui n’est pas un chemin sans arbres. Brescia a des portiques que sont sont son Palais Royal. Ils sont très étendus. On y trouve beaucoup de cafés et plusieurs casings.

Stendhal giunse in Italia a seguito dell’armata napoleonica all’età di diciassette anni come aiutante di campo del maresciallo Michaud e soggiornò a Brescia per tre mesi, ospite nei palazzi delle più influenti famiglie nobiliari. Anche Brescia era animata dalle cosiddette jolies femmes, che costituivano l’oggetto della sua ammirazione e con le quali aveva avuto modo di intrattenersi, per osservarne il bel viso dagli splendidi lineamenti e ascoltare le loro piacevoli conversazioni. Nello scritto Vie de Napoléon definì Brescia come le pays des beaux yeux.

Ritratto del giovane Stendhal
Francesca Lechi nel ritratto di Andrea Appiani

Proprio in questo periodo conobbe Francesca Lechi, detta Fanny, la prima donna bresciana a indossare abiti di foggia repubblicana. Tra lei e Stendhal si instaurò un rapporto artistico: proprio a lei si deve la classificazione del tutto stendhaliana delle quattro diverse forme di amore e l’introduzione del concetto della cristallizzazione dell’amore, secondo il quale si tende a vedere nella persona amata ogni sorta di perfezione.

L’itinerario è iniziato dal Palazzo degli Avogadro, dove il giovane autore venne ospitato per otto giorni: qui Marie-Henri si trovò a stretto contatto con i meravigliosi dipinti degli artisti tra i più significativi della storia dell’arte, tra cui Velasquez, Van Dick, Veronese, Palma.
La visione di queste opere d’arte, in particolare quelle italiane, non lo hanno lasciato indifferente, sono state anzi molto probabilmente lo stimolo alla stesura della sua futura Histoire de la peinture en Italie. Forse quei dipinti lo hanno colpito a tal punto da provocargli quella sindrome che proprio da lui prende il nome?

Francesca Lechi ritratta su medaglione in avorio da Giovanni Battista Gigola

Per poter inquadrare al meglio la vita sociale bresciana di quegli anni ci siamo diretti poi in piazzale Arnaldo, in corso Zanardelli e quindi al Teatro Grande. Qui Stendhal ebbe l’opportunità di ammirare le affascinanti donne bresciane descritte nelle sue note e di prendere parte alla vita mondana della città.

L’autore ritratto in età matura

È stato affascinante comprendere come Stendhal somigli molto a noi, giovani diciottenni, in procinto di cominciare a muovere i primi passi nel complicato mondo degli adulti. Per quanto il tempo e il luogo siano differenti, ancora oggi siamo animati dagli stessi valori, ideali e passioni che animavano il cuore di questo giovane sognatore. L’autore, così come i personaggi dei suoi romanzi, Julien e Fabrizio, è un giovane romantico che aspira alla realizzazione di sé attraverso il raggiungimento della gloria e attraverso l’espressione di sentimenti appassionati. Quella stessa Italia che è per noi oggi casa priva di prospettive e fonte di disuguaglianze fu per Stendhal “l’altrove” dove trovare il significato del vivere. L’ottimismo, si sa, è un sentimento difficile da provare, specialmente in un’epoca come la nostra, caratterizzata da continui dispiaceri e disillusioni. Bisogna però provarlo questo sentimento. È necessario essere coraggiosi, affrontare le avversità spronati dalla speranza e dalla voglia di vivere e combattere per ciò in cui si crede.

Anna Aldeja Giovanni Parzani Valeria Sciolli Valeria Ebeid 5 F les

Pubblicato da ilgiornalinogigli

Giornalino d’istituto📰 News, info e aggiornamenti e articoli direttamente dall’Istituto Superiore Lorenzo Gigli!! #giornalinogigli linktr.ee/giornalinogigli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.