Quei leopardi in riva al Po: una savana 200mila anni fa

Quei leopardi in riva al Po: una savana 200mila anni fa

In questo periodo sfogliare un quotidiano alla ricerca di un articolo che non tratti di attualità è un’impresa assai difficile. I risultati delle elezioni politiche, le manovre economiche di Donald Trump, le pazzie del dittatore nordcoreano, i femminicidi hanno impegnato i giornalisti a scrivere intere pagine. Però alla fine sono riuscito a scovare qualcosa che mi ha incuriosito: l’indagine su un fossile scoperto da un pensionato che ha aperto nuove prospettive di lettura della storia. Nel tardo Pleistocene tra rinoceronti e ippopotami la Pianura Padana era una grande savana.

Mi sono subito balzati alla mente gli studi fatti alle elementari, la gita in Val Camonica per vedere le incisioni rupestri, i disegni sui dinosauri, la teoria del meteorite che si presume abbia causato l’estinzione dei grandi rettili. Senza dilungarmi troppo sui bei ricordi delle elementari, l’articolo oggetto della mia analisi racconta come il sogno di un pensionato, appassionato di fossili, si è trasformato in realtà. Durante un’escursione in canoa lungo le rive del Po, l’uomo ha ritrovato un osso lungo 20 centimetri. Abbandonato il timore che fosse umano, si è rivolto al museo paleo-antropologico di San Daniele della città di Cremona. L’osso ritrovato è stato studiato da ricercatori italiani ed europei e tutti sono giunti alla conclusione che si tratta di un osso compatibile con quelli di una specie di leopardo vissuta 200mila anni fa. Fino ad allora erano stai ritrovati resti di animali erbivori. E gli studiosi si domandavano come mai non ci fossero anche animali predatori carnivori.

Attualmente gli studiosi sono impegnati nello studio sui resti di una iena maculata e non escludono la possibilità di ritrovare i resti di un leone. La presenza di questi felini fa pensare, o meglio, ipotizzare che in pieno Pleistocene il clima fosse piuttosto caldo o, per l’esattezza, che ci fosse un’alternanza tra periodi caldi e freddi. Quando le piene del Po allarmano gli abitanti dei paesi che sorgono sulle rive, mettono in agitazione anche i paleontologi, poiché il Po fa riemergere vecchie ossa che, se per alcuni non hanno alcuna importanza, per gli scienziati sono fonte di studio per ricostruire il periodo preistorico.

Nel museo di Cremona ci sono circa 30mila pezzi di fossili! Fino ad oggi non sapevo nemmeno dell’esistenza di questo museo, un giorno mi piacerebbe andarci anche perché Cremona non è molto distante.

Andrea Cittadini, 3A, Liceo scientifico

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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