Noi quattro, Goldy Hess

Noi quattro, Goldy Hess

Un libro lasciato nel fondo di un cassetto può celare molto più di quanto si crede, può celare una storia di persone e luoghi che sono molto più vicini a noi di quanto si pensi.

Nella mattinata del 25 gennaio, in onore della Giornata della Memoria che viene ricordata il 27 gennaio, Andrea Andrico, Presidente della sez.ANPI “Lorenzo Spinelli” di Borgo San Giacomo, e Giorgio Ferrari, storico locale, hanno raccontato il processo di ricerca storica all’origine del libro Noi Quattro – Memorie dell’Olocausto, di Goldy Hess.

Andrea Andrico e Giorgio Ferrari

Il libro racconta la travagliata storia delle quattro sorelle Silbermann, Berta, Elena, Mina e Goldy, quest’ultima autrice del libro, e della loro famiglia ebrea, durante gli anni della persecuzione razziale della Seconda Guerra Mondiale. Dopo un lungo processo di ricerca, Andrea Andrico è riuscito a portare alla luce l’identità delle famiglie e delle persone che hanno aiutato e offerto rifugio alle quattro sorelle, dall’ottobre del 1941 alla fine della Guerra. 

Berta, Elena, Mina e Goldy Silbermann

La solidarietà di queste persone nei confronti delle giovani ragazze, ha permesso loro di essere collocati nel memoriale dedicato a “I Giusti fra le Nazioni”, il monumento dedicato ai non-ebrei che hanno aiutato i perseguitati mettendo a rischio le loro vite.  Questo libro vuole sottolineare l’importanza del “far prevalere un bene spontaneo non ostentato”, un bene che non si vuole ricondurre ad una ricompensa o ad un riconoscimento, ma a quella generosità presente in ognuno di noi, che viene, però, messa troppo spesso da parte. Questo concetto si oppone alla “banalità del male”, così l’ha definita A. Andrico, cioè la superficialità con cui spesso si narrano eventi atroci.

Questo incontro ha fatto emergere la differenza con cui reagiamo ad eventi positivi rispetto a quelli negativi: gli atti di generosità, e più in generale di bene, vengono fortemente celebrati poiché sono meno frequenti rispetto a quelli negativi, per i quali sembra essersi sviluppata quasi una sorta di insofferenza.

Ludovica Gerri, 2A

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