No Slot Day 2020: l’azzardo è sempre iniquo!

No Slot Day 2020: l’azzardo è sempre iniquo!


Il 4 febbraio gli alunni delle classi 4A/D, 5A e 5D del liceo scientifico, accompagnati dalla Dirigente Scolastica e dai professori Archetti e Carpineta, hanno assistito a “No Slot Day 2020“, Giornata di informazione sul gioco d’azzardo patologico dedicata agli studenti, organizzata dall’Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Medicina e Chirurgia.


Nonostante le crescenti difficoltà economiche delle famiglie italiane, ci sono sempre più persone che amano il gioco d’azzardo. L’aumento del numero dei giocatori è determinato non solo dalla continua differenziazione dei giochi esistenti, ma anche dalla diffusione capillare dei luoghi dove giocare (slot machine, sale da gioco, on line). Nella maggior parte dei casi, le scommesse rappresentano una forma di divertimento praticata occasionalmente, mentre in altre situazioni questa pratica può sfuggire al controllo del giocatore, diventando dipendenza. Perdere denaro può spesso innescare una costrizione al gioco, per l’esigenza di recuperarlo, e ciò può riportare il giocatore a spendere una quantità di denaro sempre maggiore per rifarsi delle perdite subite.

I relatori, i dott. Luca Iubini, Alberto Ghilardi ed Elena Vuk, hanno più volte sottolineato quanto il gioco d’azzardo sia diffuso tra giovani e giovanissimi che, ancora prima di compiere la maggiore età, trascorrono del tempo sfidando la sorte con l’idea di guadagnare soldi ed estraniarsi dalla realtà e dalle problematiche della vita.
Il gioco d’azzardo (dall’arabo az-zahr, che significa “dado”) comprende qualsiasi attività che presenta incertezza nel risultato finale e comporta lo scommettere dei beni. La dipendenza patologica condiziona in modo significativo altri ambiti della vita del giocatore (famiglia, lavoro e tempo libero), tanto da investire le possibilità economiche. Anche se si conoscono le caratteristiche del gioco d’azzardo, la gente continua a giocare senza riuscire a fermarsi, che stia vincendo o perdendo, finché non ha perso tutto. Per questo si dice che il giocatore ludopatico non giochi per vincere, ma per perdere.
Il motivo principale per cui questa tipologia di gioco porta alla rovina la quasi totalità dei ludopatici è la forte iniquità. Un esempio di gioco equo può essere il seguente: se si scommette un euro a “testa o croce” sulla possibilità che esca testa, si ricevono due euro come premio perché la probabilità che si verifichi l’evento è il 50%. Indicando con Q il premio dato al vincitore, S la somma giocata e p la probabilità di vittoria, la relazione che esprime l’equità del gioco è: Q=S/p.

Un esempio di gioco iniquo è il terno al lotto, ovvero indovinare 3 dei 5 numeri estratti. La probabilità di vincere è veramente bassa (1 su 11747) e la realizzazione di un terno al lotto viene pagata solo 4500 volte. Si tratta di un gioco favorevole al banco perché il vincitore non viene pagato 11747 volte.
Oltre alle leggi che impediscono di posizionare slot machine vicino a luoghi frequentati da giovani (parchi e scuole) o che limitano gli orari di apertura delle sale da gioco, una soluzione al problema del gioco d’azzardo è costituita dall’informazione e dalla sensibilizzazione rispetto al fenomeno, con i rispettivi aspetti legali, psicologici e probabilistici, facendo capire i pericoli anche molto gravi della dipendenza.

Andrea Cittadini – 5A

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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