Mi piacerebbe

Mi piacerebbe

Mi piacerebbe che i sentimenti non fossero un tabù, che tutto ciò che proviamo, sentiamo, vogliamo sia lecito e naturale.

Mi piacerebbe che ognuno si sentisse libero di esprimere la sua gioia, il suo dolore, la sua tristezza, la sua speranza, senza venire giudicato, senza sentirsi fuori luogo.

Vorrei che i visi non venissero costretti a stendersi in sorrisi finti, perché ogni lacrima, ogni traccia di preoccupazione, ogni smorfia di disagio è giusta in quanto umana.

Siamo nati particolareggiati, perfetti nella nostra imperfezione, giusti in modo ingiusto, in un mondo dove, spesso, la tristezza o il dolore sono considerati sbagliati, non degni di essere condivisi.

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Vorrei accettazione verso tutti, vorrei comprensione anche verso chi si considera illecito, vorrei che tutte le emozioni, tutti i sentimenti siano dignitosi.

Mi piacerebbe ci fosse più tolleranza, fra i ragazzi. Mi piacerebbe che gli adulti si mettessero più a disposizione dei giovani: con un atteggiamento più aperto i ragazzi si sentirebbero più liberi di parlare dei loro problemi.

Mi piacerebbe che ogni scuola si attivasse per iniziare a far conoscere più in profondità le difficoltà che si possono incontrare in adolescenza

Mi piacerebbe che i giovani fossero liberi di esprimere se stessi senza sentirsi giudicati o costretti a fare qualcosa per essere accettati

Mi piacerebbe che nella scuola tu non ti sentissi a disagio solo perché sei un po’ triste

Mi piacerebbe che ti ricordassi di prenderti cura di te e di considerare che “diverso” non significa sbagliato.

Mi piacerebbe che un sorriso, un’attenzione in più, venisse rivolta a chi ci sta intorno.

Mi piacerebbe condividere di più la consapevolezza che la tristezza serve a dare il giusto spazio al dolore per poter trovare la giusta energia per andare avanti

MI piacerebbe che gli insegnanti considerassero maggiormente noi studenti come persone e non solo le nostre performance scolastiche

Mi piacerebbe che anche ad altri succedesse, come è successo a me, che un insegnante, vedendoti spesso triste, ti facesse anche solo una semplice domanda: “come ti senti oggi?..posso fare qualcosa per te?”

Mi piacerebbe che quando muore qualcuno se ne potesse parlare, per non dimenticare. Mi piacerebbe non succedesse più…

Mi piace quando qualcuno si fida di me e posso aiutarlo con i miei pensieri e il mio affetto

Mi piacerebbe che l’argomento della tristezza, dei momenti di fatica emotiva, venissero trattati maggiormente a scuola, come abbiamo fatto noi peer educator l’anno scorso e continueremo a fare

Mi piacerebbe anche, come è successo a noi, che almeno un insegnante della classe trattasse lo stesso tema dal suo punto di vista , sia in rapporto alla sua disciplina ma anche – e forse soprattutto – in rapporto alla sua esperienza di vita.

Mi piace pensare che quando uno sta male non rimanga da solo con se stesso e i suoi pensieri ma possa parlarne con i suoi compagni di classe, gli amici, gli adulti della scuola

Ci piace quando una persona esce da una sofferenza, da un periodo difficile, con un sorriso vero.

Jessica Faettini 3C, Patrizia Lozza e Beatrice Jahaj 4M, Elisa Pellegrini 4E

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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