L’impatto dei social sul mondo

L’impatto dei social sul mondo

Sai cosa sono i social network, ma conosci la loro storia e l’impatto che hanno sulle nostre vite? Sempre di più sentiamo parlare di come i social network influenzino l’individuo, senza distinzione di sesso, età ed etnia, cambiandogli totalmente la vita, a volte in modo negativo e a volte positivo. In questo articolo vorrei analizzare alcuni social network, per esempio Instagram, YouTube e TikTok, il loro potere e la reazione che generano in noi. 

Si è iniziato a parlare di social agli inizi del Ventunesimo secolo negli Stati Uniti tra appassionati del mondo virtuale, ma sono diventati famosi in tutto il globo tra il 2008-2010. Prima della loro apparizione, nei decenni precedenti, a farla da padrone sono stati altri mezzi di comunicazione, che la maggior parte di noi considera vecchi e obsoleti: la radio, i cellulari non smart, la televisione. Quest’ultima, nella sua forma popolare, è vista ormai praticamente solo dagli anziani, perché non riesce a stare al passo coi tempi, subendo la concorrenza dei social, e perché rimane fissa sugli stessi standard, interessando sempre di meno i giovani. Se ci fate caso, a dirigere le grandi reti come RAI e Mediaset sono persone che hanno gusti superati, perciò com’è possibile che i proprietari di queste aziende pensino ancora di poter rivoluzionare la TV italiana? Un esempio lampante è la cosiddetta TV “generalista”, cioè un tipo di TV creato per attrarre una fetta ampia ma definita di spettatori; il problema di queste trasmissioni non è la loro struttura, perché, come si dice, le reti “vivono” degli interessi popolari, ma piuttosto il fatto che da più di vent’anni restino sempre le stesse per conservare qualche spicciolo, invece di rischiare sperimentando nuovi format. Perciò quando questo pubblico, per motivi anagrafici, non ci sarà più, non ci saranno più i fondi necessari per far sopravvivere queste società. Esempi che vengono subito in mente sono C’è Posta per Te, Uomini e Donne e il Grande Fratello.

Ma torniamo a parlare dei social. L’invenzione di un nuovo dispositivo, lo smartphone, ha permesso che si diffondessero in tutto il pianeta. I primi social sono stati YouTube e Facebook, ormai considerato dai giovani un social defunto e utilizzato solo dai cosiddetti “boomer”, cioè le persone nate dagli anni ‘80 in giù. Facebook non si è saputo evolvere e ha portato l’algoritmo a selezionare argomenti che interessano solo agli adulti, YouTube rischia di fare la stessa fine perché, al contrario, sta attraendo di più un pubblico infantile a causa della sua politica di censura di video considerati discriminanti o con linguaggio volgare o con violenza. All’inizio sia Facebook sia YouTube furono creati solamente per gioco e per suscitare un senso di curiosità, ma il loro successo crebbe fino al 2012, quando fu superato il miliardo di utenti per entrambi i social; ciò aprì la strada a un sacco di fenomeni, come la nascita di nuovi lavori talvolta anche bizzarri, come lo youtuber o la Facebook star, e ai primi di casi di cyberbullismo.

Facebook è stato il social più usato per anni, fino all’avvento di Snapchat, Twitter e Instagram. Questi erano più moderni: avevano più filtri, contenuti migliori e nuove curiosità come i tag; perciò Facebook andò a finire presto nel dimenticatoio per fare spazio a Snapchat, che all’inizio ebbe un boom esagerato, ma in breve tempo fu abbandonato perché aveva troppe poche novità rispetto a Instagram; poi c’è Twitter, che a differenza di Snapchat inizialmente non ebbe molto successo tra gli adolescenti perché troppo pieno di contenuti politici, ma con il passare del tempo iniziò a ritagliarsi il proprio spazio grazie a nuovi personaggi bizzarri e tuttora viene considerata un’app discreta, presentando contenuti non eccelsi ma comunque di interesse per un pubblico limitato.

Poi c’è Instagram, che già alla nascita ebbe un immediato successo, anche se era simile a Facebook perché permetteva di pubblicare foto, stati, commenti e condivisioni, soltanto che presentava contenuti più attuali per i giovani: per questo fu preferita al “colosso blu”. 

Infine giungiamo ai giorni nostri, con nuovi social come Twitch e TikTok, che presero ispirazione da YouTube, considerato dal 2016 il social più in voga, perché presentava come “marchio di fabbrica” i video. Questi due social copiarono sì l’idea di YouTube, però ne migliorarono i tratti negativi come la lunghezza eccessiva e la minore frequenza nella creazione dei nuovi video, che i follower vogliono vedere tutti i giorni. Twitch capì che il punto forte di YouTube era la sua capacità di intrattenimento, perciò creò un format simile alla TV, ma più giovanile come YouTube: introdusse le live, dirette girate dagli youtuber (ora chiamati streamer), che sentirono che YouTube ormai stava perdendo seguito per via del pubblico di bambini troppo piccoli che inquinarono questa piattaforma con nuovi canali come i MeControTe, Mattiz, Lyon ecc., perciò sbarcarono in questo nuovo mondo in cui tutto era concesso, pur nei limiti stabiliti dalla legge. Un altro punto forte di Twitch, oltre agli streamer di qualità, è la sua disponibilità: infatti, come la TV, questo social è attivo 24 ore su 24, trasmettendo sempre contenuti senza mai fermarsi. 

Quali sono le conseguenze che i social comportano per una persona? Queste applicazioni possono offrire molte possibilità, proprio com’è successo a Khaby Lame, che da comune operaio è passato a essere il tiktoker con più follower al mondo; d’altro canto ci possono essere anche casi in cui i social sono deleteri e diventano un incubo per le persone: basta pensare ai vari fenomeni di cyberbullismo, in cui tante persone sono state criticate per il loro fisico o per il loro comportamento, considerato ingenuo o buffo. Queste discriminazioni hanno provocato addirittura il suicidio di persone che non si sentivano adatte ai canoni della società. Oltre ai casi di cyberbullismo, il web in generale ha permesso altri crimini, come spaccio di droga, traffico di armi, prostituzione, vendita abusiva di organi e ingaggio di sicari; questo accade specialmente in Paesi che pur essendo poveri dispongono comunque di smartphone e linee wireless, dove il controllo è più superficiale e già sono afflitti da problemi interni. 

Cosa pensate, da questo punto di vista, dei social?

Grazie per la lettura!

Emanuele Parisi

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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