LE MANS ’66: LA GRANDE SFIDA

LE MANS ’66: LA GRANDE SFIDA

In questa pellicola viene rappresentata la storica rivalità fra due delle più grandi e potenti case automobilistiche, ovvero la Ford e la Ferrari;

 la prima detentrice dell’egemonia mondiale  della produzione industriale, la seconda, invece, campione indiscusso nel campo delle corse sportive.

Spinto dalla brama di ottenere il controllo in ogni ambito del mondo a quattro ruote e per adattarsi alla nuova clientela di giovani e rampanti consumatori, Ford decide di impegnarsi nella costruzione di una nuova vettura sportiva per distruggere la sua acerrima rivale. A sostegno della Ford vengono chiamati Carroll Shelby, pilota in pensione a causa di problemi cardiaci, reinventatosi progettista e imprenditore, e Ken Miles, burbero e scontroso pilota di talento e amico di Carroll. Shelby viene incaricato della costruzione della Cobra,  la nuova “arma” segreta per umiliare la Ferrari. Dopo il superamento di alcune difficoltà tecniche, la casa automobilistica statunitense  è pronta a mostrare tutta la potenza della sua vettura che, secondo i piani di Shelby,  avrebbe dovuto essere sotto il comando di Ken. Un dirigente Ford scarta inizialmente Ken Miles sostituendolo con una figura più malleabile e adatta a rappresentare a pieno la compagnia. Nonostante una prima clamorosa disfatta dovuta proprio alla poca prudenza e all’inesperienza del nuovo pilota, la casa automobilistica americana riesce nel suo intento: fare dei tempi senza precedenti e dimostrare che la Ford ha le carte giuste per poter battere la Ferrari. A questo punto il ritmo del film diventa incalzante e la storia si sposta totalmente sulla pista, diventando adrenalinica. Finite le ultime riparazioni e convinti i piani alti che Ken è l’uomo giusto per la grande sfida, inizia la Le Mans’ 66, una gara logorante che si basa sulla pura resistenza fisica e mentale del pilota in una corsa di ventiquattro ore. La gara, però, prende una piega totalmente inaspettata e tutte le macchine Ferrari vengono surclassate dalla bravura di Miles in pista.

 E tuttavia, alla fine,  l’impavido pilota  si troverà a dover sacrificare il suo primo posto e il suo record personale, per permettere al costruttore Ford di gratificare il suo ego e di celebrare la potenza della sua industria.

Prima dell’uscita nelle sale si vociferava che questa pellicola volesse rappresentare la figura di Enzo Ferrari in modo negativo e in una prospettiva esclusivamente americana, ma il film punta verso una direzione diametralmente opposta. Il vero antagonista in questa vicenda è lo stesso Ford, uomo dalla sfrenata ambizione, che convince i due protagonisti a cimentarsi in una sfida totalmente nuova e avvincente, ma allo stesso tempo tarpa loro le ali, offrendo una libertà menomata, alle sue condizioni. Il suo scopo è, infatti, quello di offrire all’opinione pubblica un’immagine eroica dell’industria automobilistica e dei suoi campioni, ma per questo obiettivo è disposto a sacrificare i valori più puri dello sport.

Al contrario, la pellicola ci propone un Enzo Ferrari più umano che, nonostante la bruciante sconfitta, si congratula personalmente con il pilota Ken Miles, attraverso un cenno d’intesa che ne rivela tutto  il fair play e la signorilità. E proprio Miles sarà, alla fine, Il vero ed unico vincitore morale di questo confronto, da lui trasformato in un’impresa senza uguali.

 Il regista James Mangold  mi aveva preso il cuore con il magnifico Logan e non mi ha deluso neanche in questo giro. Matt Damon, il coprotagonista, mi aveva commosso in Will Hunting, divertito nella saga degli Ocean, ma in questo film si è superato, interpretando un uomo di principi, pronto a rischiare tutto per un obiettivo e per un’amicizia vera. Christian Bale,d’altro canto, è sempre il re dei trasformisti, in grado di mutare fisico e tratti espressivi per calarsi totalmente nei panni del suo personaggio; da L’uomo senza sonno a Hostiles, dal Batman de Il cavaliere oscuro alla figura del vicepresidente Usa in Vice, riesce sempre ad ottenere il massimo possibile dalla sua performance, dimostrandosi ancora una volta uno degli attori migliori del nostro tempo. Il suo Ken Miles colpisce dritto allo stomaco e al cuore, è un fuoriclasse, un artista del volante e come tale non può essere domato o imbrigliato:  sono quelli come lui che fanno la storia e ci permettono di raccontarla. Le scena della rissa tra i due protagonisti è emblematica, a dimostrazione che un’amicizia vera può resistere a qualsiasi cosa, anche al gelato sciolto e ai settemila giri del motore di Miles.

Carlo Visonà, 5 D

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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