Di recente stanno spopolando molte storie su serial killer attraverso video, documentari, giornali e notizie sul web; tutte queste sono racchiuse nel genere “true crime”.
Partiamo spiegando cosa è il true crime.
Sono storie vere basate su prove documentali, interviste o prove raccolte sul campo.
Un esempio di storia true crime di grande successo è “Dahmer” che racconta di Jeffrey Dahmer, un uomo nato nel maggio del 1960 e morto nel 1994 nel carcere Columbia Correctional Institution di Portage a causa di un altro criminale.
Jeffrey Dahmer ha avuto un’infanzia tranquilla fino all’età di sei anni dove si trasferì con suo padre in Ohio e da lì iniziò ad avere un carattere chiuso ed apatico.
Cominciò poi ad avere atteggiamenti preoccupanti come collezionare resti di animali morti e seppellirli; In più, chiese al padre cosa sarebbe successo se si fossero messe delle ossa di pollo nella candeggina, ed egli, credendo fosse una curiosità scientifica del figlio, gli mostrò come sbiancare e conservare ottimamente ossa di animali. In seguito Jeffrey, nel 1975, decapitò la carcassa di un cane che era stato investito da un’auto, per poi inchiodare il corpo a un albero e impalare il teschio su un bastone nel bosco dietro casa sua. A tredici anni cominciò a subire scherzi a scuola e coltivare fantasie sessuali in cui l’oggetto del suo desiderio erano persone morte.
A partire dai sedici anni iniziò a consumare regolarmente grandi quantità di alcolici nelle ore diurne, spesso nascondendo le bottiglie di alcool all’interno della giacca che indossava a scuola, dove era generalmente visto come uno studente educato e molto intelligente, malgrado fosse piuttosto silenzioso durante le lezioni. In più, durante la pubertà capì di essere gay e tenne la cosa all’oscuro dei genitori. Nel 1977, il padre Lionel scoprì il tradimento della moglie con un altro uomo; così, la madre e l’amante si trasferirono a Chippewa Falls ed il padre andò in un motel. Jeffrey, appena compiuti 18 anni si trasferì nella vecchia casa in Ohio.
Ed è proprio da questa età che tutto il suo trascorso da omicida ha avuto inizio…
Il 18 giugno del 1978 uccise la sua prima vittima: Steve Hicks. Quel giorno l’assassino invitò il giovane diciannovenne alla casa vuota dei genitori passando dall’offrirgli una birra a soffocarlo con un manubrio da palestra.
Subito dopo il delitto si iscrisse all’università dell’ Ohio, che abbandonò dopo pochi mesi, e successivamente andò a fare il soccorritore militare per poi essere dimesso per via della sua grave forma di alcolismo. Nei successivi anni, Dahmer, ucciderà altri 16 uomini per poi arrivare il 30 gennaio del 1992 al tribunale di Milwaukee dove dovrà rispondere di 15 capi di imputazione. Dahmer fu riconosciuto colpevole e, con sentenza del 13 luglio 1992 condannato alla pena dell’ergastolo per ogni omicidio commesso totalizzando 957 anni di prigione.Dahmer fu incarcerato nel Columbia Correctional Institute di Portage, dove si convertì al Cristianesimo. Il 3 luglio 1994 un altro carcerato tentò di ucciderlo; in seguito a ciò gli fu proposto il trasferimento in isolamento, ma Dahmer rifiutò dichiarandosi pronto a morire e ad accettare qualsiasi punizione che potesse dare giustizia agli orribili delitti da lui commessi.
Il 28 novembre finì per essere nuovamente aggredito da Christopher Scarver, un detenuto affetto da schizofrenia, che lo colpì con l’asta di un manubrio presa dalla palestra del carcere. Tale aggressione gli risulterà fatale.
E’ paradossale che nel suo testamento, Dahmer, abbia chiesto di essere dimenticato ma nonostante tutto ciò le persone vogliono saperne sempre di più.
Queste storie True Crime sono così lette e viste perché soddisfano nello spettatore elementi come la curiosità e la morbosità, sfruttando il fascino che la malvagità umana suscita. Sono anche molto interessanti perché analizzano approfonditamente la psicologia di personaggi verosimili, descrivono alla perfezione ciò che è successo e invogliano il lettore ad approfondire la storia fino alla fine, trasmettendo suspense e tensione.
Jennifer Belotti, 3G