L’ infanzia: come nasce un serial killer

L’ infanzia: come nasce un serial killer

Mi capita spesso di ascoltare programmi su casi di cronaca nera, dove si ricostruisce come l’assassino abbia commesso crimini orrendi, come abbia vissuto la sua vita e infine come sia stato arrestato. Quello che mi incuriosisce di più di questi casi è l’aspetto psicologico, dato che è da quando ho memoria che ho sempre avuto un interesse per il cervello umano e il suo funzionamento. Mentre ascolto questi casi mi pongo diverse domande, tra cui quella su cui vorrei soffermarmi oggi: “Le esperienze passate durante il periodo dell’infanzia possono alterare il carattere, i comportamenti e le relazioni interpersonali?”. Questa domanda in particolare mi è sorta ascoltando con attenzione questi casi e ho notato degli elementi che accomunano una buona parte di essi. Ciò che li rende simili è il fatto che la maggior parte dei serial killer ha avuto un’infanzia difficile ed eventi traumatici, che quindi li hanno portati ad avere un modo di vedere le cose distorto, alterandone il comportamento sin dalla tenera età. Infatti la personalità di ognuno di noi è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici ed ambientali, che può avere un impatto duraturo sullo sviluppo della personalità. Per esempio se un bambino vive in una famiglia stabile e sana, è più probabile che cresca con più sicurezza in sé stesso e che viva l’infanzia più serenamente. Invece se un bambino vive in un ambiente familiare precario, potrebbe in futuro sviluppare una maggiore insicurezza e avere problemi nella comunicazione. Le esperienze passate inoltre possono influenzare la capacità di gestire le emozioni, per esempio un bambino che ha vissuto un trauma può avere una maggiore difficoltà a gestire le emozioni in situazioni particolarmente stressanti. Il periodo dell’adolescenza è anch’esso un periodo cruciale per la formazione dell’individuo: è il periodo della scoperta della propria identità, sessualità e dell’instaurazione di legami con altre persone. L’adolescenza sembra essere proprio “il trauma” per eccellenza, è la fase più esposta a vari tipi di traumi, perché in questo periodo avviene la trasformazione puberale. 

Molte persone potrebbero pensare che è abbastanza comune vivere esperienze poco piacevoli durante l’adolescenza e/o durante l’infanzia e che quindi non sia  preoccupante. Tuttavia, nonostante non sia raro che qualcuno abbia delle esperienze negative, è importante affrontarle con qualcuno che ti possa aiutare in caso di bisogno. In caso contrario, quando questi problemi vengono trascurati, possono sfociare in problemi ancora più seri, portando la persona a prendere strade sbagliate, che possono mettere a rischio il suo futuro, come per esempio la droga; e nei casi più gravi, ci si può ritrovare a compiere atti di violenza verso gli altri e verso sé stessi. Quindi in conclusione, l’infanzia e l’adolescenza sono periodi cruciali per la formazione dell’individuo.

Tra i casi di cronaca a cui accennavo prima, lo dimostra per esempio il caso di Lionel Jeffrey Dahmer, che al compimento dei sei anni inizia ad avere dei problemi con la famiglia: la madre soffriva di una forte depressione ancora prima che Jeffrey nascesse ed era troppo intontita dai farmaci che prendeva per prendersi cura del figlio; il padre per motivi accademici era poco presente in casa. Quando i genitori erano entrambi presenti, le liti tra i due erano talmente violente che si dimenticavano di lui. Questo è uno dei tanti esempi di persone che a causa di ambienti familiari poco sani per la crescita, sono finiti su strade che li hanno portati alla distruzione di sé stessi e di tutte le vittime innocenti.

sitografia: ippbrescia.it e vanillamagazine.it

Sofia Massimo – 2L

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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