Joker: una risata che ha già fatto la storia

Joker: una risata che ha già fatto la storia

Indubbiamente si tratta del film evento del 2019, la cui messa in produzione aveva già suscitato enorme scalpore fin dal settembre 2018.

Più che di cinecomic si può parlare di un vero e proprio Drama a cura di Todd Phillips e prodotto dalla Warner Bros. Picture. Il plot racconta le vicende di Arthur Fleck, comico fallito, affetto da sindrome pseudobulbare, malattia mentale che caratterizza il suo personaggio con un’ improvvisa e incontrollabile risata isterica. Ignorato e maltrattato da tutte le persone che lo circondano e costretto a badare ad una madre borderline, il protagonista cerca ossessivamente un riscatto nel sogno di calcare le scene come comico. Vittima degli abusi di alcuni teppisti su un treno, compie il primo passo verso il suo alterego, il suo lato oscuro, uccidendoli e trasformando così il suo volto da clown nel manifesto della ribellione di una società oppressa dalla tirannia di uomini potenti. Mentre per le strade iniziano le rivolte, Arthur scende nell’abisso accompagnato da una serie di rapporti malati: la madre psicolabile con cui convive, Murray Franklin, il suo anchorman preferito, una sorta di presentatore di un programma molto simile al David Letterman Show e, infine, il miliardario Thomas Wayne, per il quale sviluppa una vera e propria ossessione.

“Pensavo che la mia vita fosse una tragedia,
ma ora mi rendo conto che è commedia

Il volto di Joker è quello di Joaquin Phoenix, che si conferma attore straordinario: del resto il suo multiforme talento ha animato altre magistrali interpretazioni come quella di Commodo ne Il gladiatore, di Gesù Cristo in Maria Maddalena ed anche di Theodore Twombly, uno strano personaggio innamorato di un sistema operativo, in Her.

La vicenda proposta nel film è una rivisitazione del racconto creato dalla penna di Alan Moore e Brian Bolland: The killing joke, pubblicato nel 1988, che alterna la narrazione di crimini contemporanei alla triste storia del protagonista, divenuto, poi, il criminale più temuto di Gotham. È chiaramente un ritorno alle atmosfere noir e cupe della trilogia cinematografica di Christopher Nolan, Il cavaliere oscuro, che già aveva umanizzato il personaggio di Bruce Wayne, privandolo della patina lucente del super eroe stile Marvel e rendendolo così tragicamente concreto, così imperfetto ed emotivamente fragile da farlo risultare più realistico ed empatico per lo spettatore. In questa chiave di lettura il Batman dei fumetti non veniva proposto come un dio, un essere superiore, ma come un uomo coraggioso e consapevole che sente il bisogno di fare qualcosa di concreto per migliorare il mondo in cui vive. Joker, l’antagonista del supereroe, è, a sua volta in questa nuova narrazione, la vittima di un mondo imperfetto di cui diventerà un perfetto carnefice. La discesa verso l’inferno di quest’uomo, sostanzialmente buono, è legata al degrado della società che lo circonda. Niente è più pericoloso di una massa di individui delusi, arrabbiati e incattiviti dalla crudeltà e dall’indifferenza.

Joker è proprio questo, uno specchio di come la realtà possa trasformare in un incubo, in un inferno governato dal caos, se non si mantiene la nostra mentalità aperta, gentile, pronta alla comprensione, all’aiuto, alla solidarietà. Sembra un film che giunge in questi tempi bui a smuovere le nostre coscienze rattrappite, a ricordarci che la solitudine, la povertà e l’indifferenza generano mostri: solo il dialogo, la tolleranza e la capacità di camminare insieme possono dare vita ad una società giusta ed equa, in cui la violenza e la crudeltà siano solo un brutto ricordo da dimenticare. Emblematica la frase pronunciata dal protagonista: “Pensavo che la mia vita fosse una tragedia, ma ora mi rendo conto che è commedia” a sottolineare quanto sia facile perdersi, quanto sia “normale” e “banale” il male.

Carlo Visonà, 5 D

Il trailer del film in italiano

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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