In carcere per la Vita

In carcere per la Vita

Istituto Gigli – Gli studenti di 4^ professionale vengono educati alla ‘cittadinanza attiva’. Progetto di educazione civica tra cineforum, ippoterapia e la visita di una casa di reclusione milanese

A partire dal mese di novembre, la classe 4^MV dell’istituto professionale ha avviato un progetto realizzato con il coordinamento dei prof. Mattia Lancini e Irene Amella dal titolo: “Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva”. Le attività proposte hanno avuto, come da raccomandazione del Consiglio dell’UE, la finalità di consolidare negli studenti le competenze sociali e civiche di cittadinanza e costituzione. Ciò è in linea anche con quanto si legge nella mission contenuta nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa dell’Istituto Gigli di Rovato, che punta ad educare dei giovani cives eticamente fondati. Nella prima fase dei lavori, la classe ha visionato due film Papillon eThe Mustang, contestualizzati da un punto di vista tematico sulle condizioni detentive dei carcerati. Le dure regole di convivenza imposte da un carcere di massima sicurezza della Guyana Francese (“Papillon”), contrapposte alla storia di un uomo detenuto in un carcere americano del Nevada, a cui viene data la possibilità di redimersi, attraverso l’addestramento di cavalli selvaggi (“The Mustang”). La rieducazione di un detenuto ritenuto “socialmente pericoloso” attraverso l’ippoterapia è una scommessa vinta ed ecco perché, in una fase successiva del progetto, è stata organizzata un’uscita didattica a cavallo presso il maneggio “Crazy Horse” di Erbusco. La giornata si è rivelata particolarmente significativa, perché gli studenti dell’istituto professionale hanno vissuto un’esperienza equestre immersiva. Guidati da Ramon, il responsabile della struttura che ha affidato a ciascuno dei partecipanti un animale di cui prendersi cura, gli alunni sono entrati in relazione con i cavalli: strigliandoli, sellandoli e conducendoli all’interno di un recinto per familiarizzare con loro e prendervi dimestichezza. “Questi momenti sono stati una rivelazione- secondo Stefano ed Edoardo- stare a contatto con i cavalli ci ha aiutati a gestire lo stress e l’ansia. Eravamo scettici all’inizio (per molti di noi era la prima volta),-hanno poi aggiunto- ma quando siamo usciti in passeggiata abbiamo superato le nostre difficoltà, portando a casa una valanga di sensazioni positive”. La classe ha poi avuto l’opportunità di visitare la Seconda Casa di Reclusione Milano-Bollate. Questo carcere milanese fa parte di un investimento sperimentale praticamente unico in Europa, che lo rende a tutti gli effetti anche un centro di rieducazione alla legalità. Tra le sue peculiarità: celle aperte per i detenuti in alcuni momenti della giornata, un numero di educatori superiore in rapporto al numero di reclusi, rispetto alla media nazionale, tante attività lavorative, culturali e ricreative, alle quali i carcerati possono prendere parte usufruendo, in alcuni casi speciali, anche di un regolare contratto di lavoro. Chi vive il carcere di Bollate con la giusta mentalità, insomma viene rieducato al contesto lavorativo della società civile e ha una seconda opportunità. “Il caso di Sebastian è emblematico e ci ha colpiti particolarmente- hanno sottolineato Melis e Khalid-. Dopo essersi macchiato di un grave reato, questo ragazzo poco più grande di noi ha avuto il coraggio di mettersi in discussione, accettando di lavorare nel call center dello stesso carcere in cui oggi sta scontando la sua pena”. “In uno dei corridoi del carcere,- ha poi aggiunto Nadir- ho parlato con un detenuto marocchino come me e abbiamo condiviso la gioia della semifinale conquistata dal Marocco ai mondiali di calcio in Qatar. Tutto questo è avvenuto in un clima di serenità, come se fossimo due amici che si incontrano al bar”. Nella fase finale del progetto, che rientra tra le proposte culturali di Educazione Civica e si è concluso nel mese di marzo, gli studenti del percorso professionale, in collaborazione con i docenti Lancini e Amella, si sono resi protagonisti di un’attività laboratoriale di gruppo che ha portato alla stesura di questo articolo. Particolarmente apprezzata dagli addetti ai lavori la partecipazione del Dirigente Scolastico, prof. Davide Uboldi, che non ha mai fatto mancare il proprio supporto. 

Proff. Mattia Lancini, Irene Sarah Amella 
Gli studenti della classe 4^MV

Gli studenti della 4^MV impegnati, presso la Biblioteca d’Istituto, alla stesura dell’articolo di giornale
Gli studenti della 4^MV I.P. immortalati durante l’uscita didattica presso la Seconda Casa di Reclusione Milano-Bollate
Uno studente della 4^MV fotografato durante l’uscita a cavallo presso il maneggio “Crazy Horse” di Erbusco


Pubblicato da ilgiornalinogigli

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