Il “Senso del coraggio”, intervista a di Davide Piccolo

Il “Senso del coraggio”, intervista a di Davide Piccolo

Intervista a Davide Piccolo, studente del quinto anno del Liceo Scientifico Lorenzo Gigli e scrittore del Senso del Coraggio.

Marco Grassi, manager di successo, amato e stimato dagli amici come dai colleghi, ad un passo dal matrimonio con una donna bellissima e molto legato ad una madre amorevole, trova il coraggio di abbandonare tutto per rincorrere il “sogno americano”. Ma tutto ciò avrà un prezzo. La Grande Mela saprà ricompensare tutte le sue rinunce?

Sei stato ispirato da qualcosa in particolare?

No, non sono stato ispirato da qualcosa in particolare.

Avevo deciso di scrivere un libro ma non avevo ancora l’ispirazione.

Così ho iniziato a leggere un pò di articoli e ne ho trovato uno che mi ha colpito perché forniva un consiglio all’apparenza banale: diceva di scrivere quello che si sentiva.

Quindi ho scritto una scena a caso, inventata e da lì ho costruito la trama a ritroso.

In 4-5 giorni ho elaborato la trama generale e poi ho iniziato a scrivere i capitoli più nello specifico.

Quanto hai impiegato per scrivere il libro?

Ci ho messo un anno circa. Ho fatto sei revisioni anche se all’inizio pensavo di farne di meno.

La prima è stata un po’ grossolana, nella seconda ho riscritto molti paragrafi, la terza l’ho fatta prima di inviare i capitoli ad una mia compagna, la quarta e la quinta revisione sono state fatte dopo le correzioni di mio padre e mia madre e infine l’ultima, quella definitiva.

Come hai fatto a pubblicare il libro?

L’ho autopubblicato tramite STREETLIB.

Avendo letto che gli editori tradizionali non si interessano agli esordienti, o se lo fanno, i tempi di pubblicazione sono molto lunghi e che le percentuali di interesse su ogni copia venduta ruotano intorno al 8-10 % sul prezzo di copertina, ho optato per l’autopubblicazione.

Come è stato accolto dal pubblico il libro?

Bene finora, anche perché la maggior parte delle persone che l’hanno letto sono coloro che mi vogliono bene.

Aspetto però anche le prime critiche perché quelle sono sempre utili per migliorarsi.

Cosa ci puoi dire della foto di copertina? Perché è stato scelto il fiore di mandorlo?

Il protagonista ad un certo punto del romanzo perde ciò che rendeva la sua vita felice in Italia, ovvero i sentimenti e i suoi affetti e il rendersi conto che ciò che ha lasciato era veramente importante per lui è una rinascita.

Nella quarta di copertina ho riportato una frase simbolo di questa rinascita:”Marco continuò a camminare a ritmo pacato attraverso il lungo viale alberato, osservando rapito i mandorli coperti di fiori bianchi, simbolo della rinascita di cui si era reso protagonista. Finalmente la sua attenzione tornava a rivolgersi alla vera bellezza della vita, il cui anelito aveva ripreso a rinfrescare la sua anima come una leggera e piacevole brezza marina”.

Ti sei confrontato con amici, genitori, insegnanti, compagni?

Genitori e amici, come ho detto prima, mi hanno aiutato nella revisione del romanzo invece gli insegnanti e i compagni non sono stati coinvolti nel progetto.

Sei sempre stato appassionato di scrittura o è un interesse recente? Io penso sia un buon modo per sfogarsi, tu cosa ne pensi?

In realtà questo interesse inizia da quando ero bambino, già alle elementari avevo provato a scrivere un libro, anche se un po’infantile.

Quindi la passione c’era già da prima.

Penso come te che sia un buon modo per sfogarsi ed esprimere emozioni.

Ti rivedi nel protagonista del libro?

Assolutamente si, quando uno scrive ci mette sempre un po’di sé.

Poi ovviamente ci sono anche personaggi antagonisti, utili a sviluppare la trama.

Ci vuole coraggio, come dice il titolo del tuo romanzo, a lasciare tutto e partire. Tu abbandoneresti tutto, famiglia e amici per rincorrere un sogno? Partiresti senza pensarci due volte? 

Io sinceramente no, non cambierei neanche paese perché non mi piacerebbe lasciare i miei affetti.

Qual è il tuo obbiettivo? Cosa vuoi trasmettere con questo libro?

Ottimismo, il lieto fine c’è sempre nonostante le cose brutte.

Hai già pensato di scrivere un altro libro?

Si, per esprimere il lato del mio carattere più polemico e tagliente che in questo racconto emerge solo in una frase:” Nel nostro paese manca soprattutto il coraggio di dare fiducia ai giovani, di investire sul loro futuro, di scommettere sulle loro potenzialità. Il vero problema è questo, e non è causato dalla mancanza di talento o di determinazione, ma da una classe politica corrotta, interessata solo all’arricchimento personale ottenuto per mezzo di stipendi faraonici e ingiustificati privilegi di casta”.

Qual è la tua aspirazione per il futuro?

Prima di tutto uscire dalla scuola superiore e poi andare all’università per frequentare la facoltà di economia.

Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Consiglierei di seguire l’istinto.

Il mio libro è nato dall’istinto, se uno scrive qualcosa che non lo rispecchia poi è destinato ad accantonare il progetto.

 

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Galli Alessia e Giulia Bertoni

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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