Il mistero del codice Voynich: un manoscritto indecifrabile

Il mistero del codice Voynich: un manoscritto indecifrabile

Codice Voynich: questo è il nome del manoscritto più misterioso della storia. Risalente al XV secolo, ha appassionato linguisti e studiosi finendo addirittura nelle mani della sicurezza nazionale americana a causa del mistero che si cela dietro alle sue scritte in una lingua non conosciuta, e ai suoi disegni floreali di dubbio realismo.

Il manoscritto deve il suo nome a Wilfrid Voynich, mercante di libri di origini polacche, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Mondragone nel 1912. Joseph Stickland, religioso gesuita, vendette a Voynich trenta volumi della sua biblioteca per salvarli dagli espropri del nuovo Regno d’Italia e, tra questi, vi era anche il misterioso manoscritto. Voynich ritrovò, all’interno del libro, una lettera del rettore dell’università di Praga e medico reale di Rodolfo II, Marcus Marci che affermava di aver ereditato il manoscritto da un amico e che il precedente possessore, Rodolfo II, l’aveva acquistato per 600 ducati da Ruggero Bacone; lo stesso, inoltre, inviava il libro all’amico Athanansius Kircher perché lo decifrasse. L’intestazione segnava come data il 19 agosto 1665, ma Voynich datò il manoscritto come risalente al XIII secolo. Da Voynich il prezioso volume passò nelle mani di Hans Peter Kraus, esperto di libri antichi che lo donò all’università di Yale che tuttora lo conserva con numero di archivio “MS 408”.

Il manoscritto, su pergamena di vitello, è di dimensioni piuttosto ridotte. Si deduce che in origine sia stato formato da 116 fogli in 20 fascicoli; tuttavia, nella conservazione attuale, 14 fogli mancano. Come descritto precedentemente questo manoscritto contiene molte illustrazioni a colori che hanno permesso di suddividerlo in quattro sezioni:

Fogli 1-66: sezione botanica con disegni di piante sconosciute.

Fogli 67-73: sezione astronomica con 25 diagrammi che sembrano richiamare stelle e pianeti.

Fogli 75-86: sezione biologica con numerose figure femminili nude

Fogli 87-102: sezione farmacologica con disegni di ampolle e fiale somiglianti a quelle presenti all’epoca.

Sino agli inizi del 2011 si è ipotizzato che il manoscritto fosse un falso creato nel XVI secolo per una truffa ai danni di Rodolfo II. Tuttavia un gruppo di ricerca dell’Arizona University è stato autorizzato ad asportare quattro campioni dai margini di diverse pagine. A seguito di un’ indagine sul supporto cartaceo, ottenuta con il metodo del radiocarbonio, si è concluso
che il manoscritto potrebbe effettivamente risalire ad un periodo compreso tra il 1404 e il 1438. Secondo la datazione, risalirebbe alla prima metà del XV secolo e tanto è bastato a escludere l’ipotesi di chi affermava si trattasse di un falso, creato ad arte dal suo proprietario.

Di recente sembra che lo studioso Gerard Chesire dell’università di Bristol sia riuscito a decifrarlo, individuando la lingua utilizzata come “proto-romanza”,ovvero una forma di latino-volgare precedente le lingue neo-latine, di cui non risultano però altre testimonianze scritte,
e a classificarlo, dopo averne tradotto alcune righe, come una sorta di manuale medico dedicato alla regina d’Aragona Maria di Castiglia. Tuttavia, questa ipotesi è stata confutata da Lisa Fagin Davis, direttrice della Medieval Accademy of America. Infatti, secondo l’opinione di questa studiosa l’esistenza di “una lingua proto-romanza è completamente infondata e in contrasto con la paleolinguistica ” e perciò, nonostante il convinto tentativo di Chesire, il manoscritto rimane il mistero che è stato sin dal ritrovamento di Voynich.

Ma il codice Voynich non è l’unico ad aver fatto perdere la testa a chiunque abbia cercato di tradurlo: il codex Seraphinianus, sebbene di fattura contemporanea e pubblicato nel 1981, è altrettanto misterioso, in quanto composto da un alfabeto inventato dall’autore Luigi Serafini. La chiave di decifrazione del codice in questione, i cui segni grafici richiamano una mescolanza di alfabeti di lingue asiatiche (arabo, thai, hindi…), sembra voler rimanere rinchiusa nella mente dell’autore che ha dichiarato :” Dentro c’è una lingua che è solo l’ombra di una scrittura vera. Tutti noi abbiamo una lingua nascosta, io mi sono liberato dall’alfabeto e ho seguito la mia inclinazione per le curve”

Ritornando al codice Voynich, anche se non si è soggetti particolarmente interessati ai manoscritti misteriosi, la sua complessità ci lascia con la curiosità di tante domande senza risposta: è veramente esistita la lingua presente nel codice? Se sì, come mai non siamo stati in grado di scoprirla prima? Ed in caso non fosse mai esistita, chi mai potrebbe aver avuto la
pazienza di inventarsi una nuova lingua da capo a piedi? E a quale scopo? Inoltre, il caso di questa lingua misteriosa non scritta potrebbe ricollegarsi a quello di altre lingue ancora in uso, come ad esempio la lingua basca parlata in Spagna nella regione pirenaica.
Così questo codice potrebbe rimanere ancora un mistero per secoli, millenni e, forse, non essere mai decifrato.

GIADA ORRU’ 2L

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