ilgiornalinogigli
Un bambino segue il lavoro del maestro con attenzione e vivacità, desideroso di inserirsi nell’attività e di portare il suo contributo; un altro bambino invece è annoiato e scarabocchia svogliatamente sul suo blocco di appunti e di tanto in tanto guarda l’orologio nella speranza che il tempo trascorra più velocemente.
E’ questo un modello replicabile all’infinito visto che spesso nel corso della nostra vita possiamo sentirci stanchi, scoraggiati e demotivati.
Ma c’è qualcosa che può rinnovare il nostro interesse e permetterci di vivere con passione? Ebbene sì! Possiamo trovare questa spinta grazie alla motivazione. La motivazione è la molla e lo stimolo che ci dà la giusta dose di entusiasmo e vivacità per riuscire a portare a termine le nostre scelte. La motivazione spesso dipende dalle esperienze infantili, dal senso di fiducia acquisito attraverso interazioni positive con genitori e insegnanti, dal clima di partecipazione ed interesse che questi, con i loro metodi, sono riusciti a trasmetterci. Sebbene esistano numerosi ostacoli che ci impediscono di rimanere motivati, un ruolo importante è giocato dallo sforzo e dalla volontà personale e dall’impegno continuo che ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi.
D’altra parte la mancanza di motivazione può essere causata dallo sconforto o dalla delusione che proviamo in alcuni situazioni della nostra vita. In questi momenti di crisi, in cui tutto sembra andare male, dobbiamo sforzarci di trovare un modo per uscire da questo circolo di negatività.
Molti sono gli studi nell’ambito delle scienze umane sul tema della motivazione che come afferma anche il giornalista Romano Battaglia: “E’ il più grande patrimonio che l’uomo possieda, è l’energia vitale che stimola le idee, è il sentiero che conduce al successo. Rappresenta la colonna portante intorno alla quale possiamo muoverci in libertà e creatività”.
La famosa piramide della gerarchia dei bisogni dello psicologo Maslow può aiutarci a capire che la motivazione è la spinta che permette all’uomo di appagare i suoi bisogni superiori. Infatti solo se l’uomo ha soddisfatto i suoi bisogni primari che sono essenziali per la sopravvivenza riuscirà a trovare la motivazione per raggiungere i bisogni secondari. Ad esempio, se in una famiglia si vive in uno stato di povertà che rende problematico il soddisfacimento delle necessità primarie, difficilmente i suoi membri avvertiranno l’esigenza di perseguire scopi più elevati, come la realizzazione culturale o professionale oppure la cura dei vincoli affettivi.
Inoltre la motivazione può essere intrinseca e estrinseca: è intrinseca la motivazione che agisce per la semplice gratificazione scaturita dal comportamento messo in atto (per esempio studiare per volontà personale di apprendere per la propria formazione).
E’ estrinseca invece la motivazione del soggetto che tende a una meta “esterna’’ al comportamento, ma conseguibile tramite esso (per esempio il voto che l’alunno riceve in seguito al suo impegno).
Applicando questo schema alla nostra vita è quindi evidente che inconsciamente la condizione di ciascuno di noi è governata da spinte motivazionali differenti che possono essere mobilitate facendo leva su risorse contingenti ma anche lavorando e guardando in profondità al nostro vissuto.
Concludendo possiamo affermare che, nonostante una motivazione intrinseca sia sicuramente più forte e stabile, di fatto nella nostra vita siamo spesso guidati da motivazioni estrinseche; per questo l’insegnante dell’esempio iniziale potrà, applicando il metodo Skinner, ricorrere ad una ricompensa per risvegliare la motivazione del bambino nell’immediato ma dovrà anche tenere in considerazione il vissuto personale e il background di partenza che le consentirà di progettare per il suo allievo strategie didattiche più efficaci e durature nel tempo.
Hajar Ouajiri, 3C
