Il giornalista Claudio Mafrici accende il cuore della redazione

Il giornalista Claudio Mafrici accende il cuore della redazione

Un incontro per parlare di giornalismo che ha acceso la passione e la voglia di scrivere degli studenti che compongono la redazione del Giornalino Gigli. Questo in estrema sintesi è quanto avvenuto venerdì 18 maggio quando i giornalisti in erba hanno incontrato il caporedattore del quotidiano “L’Arena” Claudio Mafrici, giornalista professionista dal 1992, per sedici anni firma del BresciaOggi e dal 2015 caporedattore della testata veronese.

La sua presenza non ha permesso solo di riflettere sul mondo del giornalismo ma anche sul modo di fare giornalismo a scuola. L’apertura dell’incontro è stata affidata dal caporedattore a una semplice domanda: “Quali sono le difficoltà che avete incontrato nella stesura di un articolo? È come scrivere un tema o è diverso?”. Dopo alcuni attimi di titubanza è stato Andrea a prendere la parola e a rispondere: “È molto diverso: un articolo devi scriverlo per farlo piacere ai tuoi lettori, non è solo per te”. Immediata la replica del giornalista: “Scriviamo perché vogliamo che qualcuno ci legga, persino su Facebook, dove desideriamo fortemente che le persone notino i nostri post”. Si scrive, insomma, perché si sente il bisogno impellente di comunicare qualcosa e si legge per avere conferma di qualcosa a cui si tiene. L’informazione veicolata deve essere deontologicamente fondata e con il fine di rendere i lettori cittadini del mondo, consapevoli del ruolo della parola. “Informare è qualcosa di più oggettivo, che riguarda la collettività, devi conoscere il destinatario, devi avere delle novità da scrivere. Comunicare è avere uno scambio più soggettivo con qualcuno e ciò permette di avere un interscambio più diretto e meno mediato” hanno quindi concluso gli studenti, guidati dalle domande del giornalista.

Il costruttivo dialogo con il giornalista ha stimolato gli studenti presenti all’incontro a fare un passo successivo: analizzare attraverso la lente della sua esperienza il giornalino e scoprire i punti di forza e di debolezza che andrebbero in futuro migliorati. “Dovete prestare più attenzione ai titoli – ha commentato il caporedattore – e manca un respiro su quanto accade sul territorio. Quando sei giornalista, un giorno ti viene chiesto di andare sul posto in cui è avvenuto un grave incidente stradale. Parli con la Polizia, rilevi i fatti e la dinamica ma poi si tratta di incontrare le persone che hanno perso i loro cari, e allora ti scontri con la realtà e devi prendere delle decisioni importanti. E lì sei solo, gli altri ti possono aiutare ma sei tu a decidere”.

La sfida per il prossimo anno potrebbe essere quella di aprirsi all’esterno per scovare notizie interessanti e magari lanciare scoop, cercando di anticipare i giornali locali. “Sarà possibile l’anno prossimo fare altri incontri con lei sulla base di un progetto ben strutturato?” ha chiesto Gaia al termine dell’incontro. La risposta è stata positiva: il giornalista ha infatti replicato di essere disponibile per un eventuale futura collaborazione con il Giornalino Gigli.

Un pomeriggio che ha lanciato innumerevoli spunti agli studenti e che ha dimostrato a dei giovani ragazzi come la voglia di sognare sia alla base di ogni professione, soprattutto quelle che hanno come obiettivo la formazione di cittadini consapevoli e critici.

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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