Felicità: euforia di un attimo

Felicità: euforia di un attimo

“Gli uomini oggi si dichiarano insoddisfatti in base a quello che realmente possono ottenere. Oggi si è più felici di vent’anni fa, ma non ce ne accorgiamo perché le nostre aspettative sono cambiate, migliorate, e desideriamo sempre di più”. Queste le parole di Mauro Maggioni e Michele Pellizzari in un articolo pubblicato dal quotidiano “La stampa” a maggio del 2003, intitolato “Alti e bassi dell’economia della felicità”.

Gioia dal film “Inside out”

La felicità è lo strumento fondamentale che permette all’uomo di godere appieno tutti i momenti della sua vita. Ha infinite sfaccettature e per questo deve essere ricercata. Non esiste un manuale che permette di raggiungerla, quindi bisogna conoscere sé stessi e i propri limiti. Essa infatti cambia in base alla cultura e alle situazioni economiche, sociali e politiche.

Per i poveri del Terzo Mondo, ad esempio, la felicità sta nel trovare un po’ di cibo o un posto di rifugio, nei Paesi benestanti essa consiste nell’acquisto di una nuova macchina o nella vincita della lotteria.

Naturalmente l’uomo, per essere felice, non deve stare da solo. La passione dell’avere, dice che per essere felici bisogna essere almeno in due. L’avaro, dunque, non riesce ad essere felice perché è tirchio innanzitutto con se stesso e perché con il suo comportamento non riesce a creare dei legami. La nostra vita dovrebbe essere quindi all’insegna dell’equilibrio e della misura; gli eccessi si sa, sono sempre nocivi.

Lo scrittore Zygmunt Bauman, nel suo saggio “L’arte della vita”, afferma che la nostra vita è un’opera d’arte e per viverla dobbiamo porci degli obiettivi che siano ben oltre la nostra portata. Questa sua tesi, quindi, vede la felicità come il raggiungimento di un desiderio. Ma, spesso e volentieri, si può notare come la condizione di infelicità sia dovuta proprio a questi desideri e obiettivi, dall’impossibilità di realizzarli.

Ma a pensarci bene la vera felicità non esiste, non è altro che l’euforia di un attimo, dopo di che sopraggiunge la serenità. Il genere umano è alla continua ricerca della felicità: una volta raggiunto un obiettivo se ne prefigge subito un altro, e così non si è mai soddisfatti abbastanza.
Forse l’uomo dovrebbe essere prima di tutto sereno con se stesso e poi lottare e sconfiggere gli ostacoli che gli impediscono di raggiungere la propria felicità.

Ludovica Boscarino, 4F

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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