Commemorazione del Giorno del ricordo 2020

Commemorazione del Giorno del ricordo 2020

In occasione del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, martedì 11 febbraio gli studenti delle classi quinte hanno incontrato il dott. Walter Matulich, esule della città di Zara.

In apertura la professoressa Veronica Marchetti è intervenuta leggendo il discorso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva pronunciato il giorno precedente. In esso il Presidente ha definito quanto è accaduto come una “sciagura nazionale”, sia per commemorare l’uccisione di molti italiani che, subito dopo l’8 settembre 1943 e nel maggio-giugno 1945, furono gettati nelle foibe carsiche, sia per ricordare il dolore delle migliaia di persone che dalla fine del conflitto agli anni Settanta dovettero lasciare la loro terra d’origine.

Successivamente è stato presentato un documentario curato dal Tg2 nel quale, unitamente ai racconti di esuli delle località passate sotto il governo della ex-Jugoslavia, sono state esposte le iniziative dei sindaci di Trieste e Rijeka (Fiume) per rendere noti i fenomeni dell’infoibamento e dell’esodo giuliano-dalmata; il sindaco di Trieste per esempio ha raggruppato i suoi omologhi dei comuni limitrofi per un viaggio lungo le tappe principali dell’esodo.

Il terzo momento dell’incontro è stato dedicato al dottor Walter Matulich che ha esordito con la descrizione delle condizioni della città di Zara poco dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale; quelli che parlavano la lingua italiana e frequentavano delle scuole di stampo italiano erano sottoposti a pesanti discriminazioni. Poi, stimolato dalle domande della professoressa Miriam Gigola, il dott. Matulich ha raccontato la sua esperienza durante l’esodo e l’accoglienza ricevuta in Italia, facendo emergere il modo in cui gli esuli venivano trattati nei vari centri di raccolta lungo tutta la penisola e le sofferenze sopportate prima di stabilizzarsi in un paese accogliente. Concludendo, il dottor Matulich ci ha raccontato di come sia riuscito a far arrivare nel territorio italiano la sua compagna di quando era ragazzo soltanto svariati anni dopo la sua stabilizzazione.

Le pro.sse Gigola (da sx) e Marchetti con il dott. Walter Matulich in Auditorium Paolo VI

Durante l’incontro, di cui lo ringraziamo sentitamente, il dott. Matulich, con le sue toccanti parole e la sua espressività, è riuscito a trasmetterci il desiderio di appartenenza alla cultura e alla società italiane di tutte quelle persone che, come lui, con perseveranza e forza di volontà incrollabili, sono passate attraverso sofferenze grandissime per raggiungere i loro obiettivi.

Mario Franceschini 5F, Alessia Mancino 4AD

Pubblicato da ilgiornalinogigli

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2 Risposte a “Commemorazione del Giorno del ricordo 2020”

  1. Leggo in ritardo, del che chiedo venia, il “pezzo” scritto dagli studenti Mario Franceschini e Alessia Mancino.
    Sono grato per le parole buone usate nei confronti della mia persona. E più ancora grato, a loro due ed ai compagni di classe, per aver prestato attenzione al mio proferire. Dal quale, mi par di capire, non avete avuto l’impressione che siano trasudate ampollosità indigeste.
    Il tema non era né è avvincente, tanto più che voi non siete nati e cresciuti in terre di frontiera, terre divise, terre dell’uno e dell’altro.
    Chi, come me, come la mia gente, ha avuto in sorte di vedervi la luce, si porta il confine addosso, sin dai primi vagiti.
    Vide bene Hermann Hesse, scrittore tedesco, premio Nobel (1946 ) per la letteratura:
    “Il destino non viene da lontano, ma cresce dentro ciascuno di noi ”.
    Un caloroso saluto e augurio a chi, fra voialtri, si è accinto e si accinge ad affrontare gli esami di maturità.
    Walter Matulich

  2. Leggo in ritardo il “pezzo” degli studenti Mario Franceschini e Alessia Mancino.
    Sono grato per le parole buone spese nei miei confronti. Grato una volta di più, tanto a loro due quanto ai compagni di classe che hanno partecipato all’incontro, per aver essi prestato attenzione al mio proferire. Consola apprendere che l’argomentare mio abbia risvegliato, a quanto pare, l’interesse dell’uditorio e che, nel contempo, dalle parole non siano trasudate ampollosità indigeste.
    Il tema, riconosco, non era né è …avvincente. Specie per giovani studenti, nati e cresciuti lontano da terre di confine, terre divise, terre dell’uno e dell’altro. In chi, come me, ha avuto in sorte di vedere la luce in quelle plaghe e di respirarvi per anni, ha rappresentato un cruccio, sin dai primi vagiti, portarsi il confine addosso.
    Disse bene Hermann Hesse, scrittore tedesco, premio Nobel (1946) per la letteratura: “Il destino non viene da lontano, ma cresce dentro ciascuno di noi”.
    Un caloroso saluto e augurio a chi, fra voialtri, si è accinto e si accinge ad affrontare l’esame di maturità.
    Walter Matulich

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