Franz Kafka in una delle lettere indirizzate alla sua compagna , Felice Bauer, rivela la genesi di questa sua produzione letteraria: dopo aver lavorato fino a tarda notte su una relazione di lavoro, Kafka uscì da un sonno agitato con un’idea fissa che lo portò a scrivere la celebre opera intitolata La Metamorfosi. Ovvero: “Che sensazione si potrebbe provare a svegliarsi trasformati in un insetto?”
Franz Kafka è ritenuto una delle maggiori figure della letteratura del XX secolo e espressione del romanzo d’analisi. Figlio di Hermann Kafka, un commerciante di articoli di moda, e Julie Kafka, Franz nacque il 3 luglio 1883 nel centro storico di Praga, città dell’impero austro-ungarico; entrambi i genitori erano ebrei Ashkenaziti, i fratelli Georg e Heinrich morirono in tenera età, e le tre sorelle Valli, Elli e Ottla, furono vittime della Shoah. Franz visse un’infanzia solitaria: entrambi i genitori lavoravano più di dodici ore al giorno per mantenere la famiglia e i figli erano allevati da servi e governanti.
Kafka visse a Praga, città che modellò la vita dell’artista: nelle sue opere trasformò Praga in una topografia immaginaria. La città si ritira sullo sfondo, cessando di essere riconoscibile dai suoi edifici, ponti e monumenti. Ciò che è importante non è più un certo ufficio, scuola, palestra, università, chiesa, prigione o castello, ma cosa significano questi edifici, come metafore.
Lo scrittore boemo tratta temi ben precisi nelle sue opere quali il rapporto problematico tra padre-figlio, in coerenza anche alla sua biografia, i sentimenti di angoscia e ambiguità presenti in un soggetto dalla psicologia complessa e, infine, la grettezza borghese unita ad egoismo e ingratitudine come moventi fondamentali dell’agire umano.
Un perfetto esempio di tutte e tre le tematiche è “La Metamorfosi”, una delle sue opere più famose le sue pagine si presentano come una lunga, articolata metafora. Il testo è diviso in tre sequenze: la trasformazione del protagonista, la compassione e disagio della famiglia e infine la presa di coscienza da parte di tutti dell’insopportabilità della situazione.
Il racconto si apre con il risveglio da sogni inquieti del protagonista, Gregor Samsa. “Che cosa mi è capitato?” fu la sua prima domanda quando vide le sue gambe, molto più numerose di prima. Cercò di rimettersi a dormire, pensando fosse solamente un banale sogno, ma per quanta forza mettesse nel girarsi sul fianco, ogni volta ripiombava supino. Gregor si accorse di essersi trasformato in un grande scarafaggio, ma la sua unica preoccupazione in quel momento era il ritardo accumulato sul lavoro da commesso viaggiatore: Samsa, come Kafka, trascorse la sua vita come in un lungo esilio, vivendo dietro un tavolo d’ufficio.
Kafka era un individuo affascinante e ironico, ma trovava il suo lavoro d’ufficio estenuante in quanto lo privava della possibilità della scrittura. Gregor vive con i genitori e con un’amata sorella di sedici anni, di nome Grete, che ripetutamente vanno a bussare alla sua porta, preoccupati del suo inusuale ritardo e convinti che Gregor sia malato. Gregor cerca di rassicurarli, sebbene la sua voce sia cambiata, ma proprio quando raggiunge la porta, arriva il procuratore, suo datore di lavoro, che cerca notizie su di lui e sulle cause del ritardo. Da dietro la porta, chiusa a chiave, lo investe con le più svariate accuse, tra cui quella di lavorare male da tempo e minaccia di licenziarlo.
Gregor, preso dall’ansia, si aggrappa alla maniglia e riesce ad aprire la porta. Scioccati alla vista del figlio,la madre ha un collasso mentre il padre aggredisce lo scarafaggio a colpi di bastone, ferendo lievemente Gregor e chiudendo poi a chiave la porta della camera del figlio.
Il contesto familiare dei Samsa è alla base dell’allegoria costruita da Kafka: Gregor è il pilastro su cui si regge il loro benessere. Però questo equilibrio si spezza con la trasformazione di Gregor: egli diventa un peso insopportabile.
Nella seconda parte del racconto emergono tutte le tensioni latenti, come per esempio il difficile rapporto tra il figlio e il padre: quest’ultimo spesso lo aggredisce, cosa che gli rende difficile muoversi. Anche Kafka non aveva un buon rapporto con il padre: lo riteneva come una presenza soffocante: aveva un carattere autoritario ed esigente.
La sorella Grete, invece, si occupa di nutrire il fratello con alimenti di suo gusto, ma pian piano comincia anche lei a cambiare atteggiamento nei confronti di Gregor e confessa a sua volta di ritenerlo un peso.
Nella terza parte del racconto Gregor è confinato in uno sgabuzzino ormai ignorato dalla famiglia: l’appartamento in cui vivevano è stato subaffittato a tre inquilini e la famiglia ha assunto una domestica, che invece di aver paura del “mostro”, lo deride apertamente. Una sera, mentre Grete suona il violino in salotto per i genitori e i suoi ospiti, Gregor esce dalla stanza affascinato dall’abilità musicale della sorella, ma alla vista del gigante insetto, gli ospiti lasciano subito l’appartamento. Così il padre, con il consenso della moglie e della figlia, decide che sia venuta l’ora di sbarazzarsi di Gregor.Quest’ultimo, dopo aver sentito i loro discorsi, si lascia morire di fame.
Quella che è la fine di Gregor è in realtà l’inizio di un nuovo capitolo per la famiglia Samsa, che si prese un giorno di riposo andando in una gita in campagna.
Per tutta la sua vita Kafka ha avuto la certa sensazione che la gente lo considerasse mentalmente, fisicamente ripugnante, e la situazione peggiorò quando gli venne diagnosticata la tubercolosi . La causa della sua morte sembra essere stata la fame, a causa di problemi organici: una situazione anomala proprio come la trasformazione in scarafaggio di Gregor.
Quando era in vita, Kafka non era famoso, ma le sue opere ebbero un rapido successo dopo la sua morte: infatti, nel suo testamento aveva incaricato di distruggere tutte le sue opere il suo amico Max Brod, che ignorò le istruzioni, permettendoci così di apprezzare la scrittura di questo fantastico autore.
Questo libro ci fa riflettere sul comportamento della società in cui si affrontano personalità integrate e coerenti con i valori espressi dal contesto e gli esclusi, in quanto sentiti come originali, diversi e destinati, quindi, all’emarginazione.
Mi sono appassionata da poco a Kafka e questo è stato il primo libro che ho letto e mi è piaciuto molto: la descrizione psicologica è magnifica, soprattutto quella dei personaggi che circondano il protagonista e che si allontanano da lui con risentimento e disgusto.
Salma Hasnaoui, 1I