Brescia e Bergamo: divise nella storia, unite dalla cultura

Brescia e Bergamo: divise nella storia, unite dalla cultura

È cosa molto comune nel nostro paese che due città confinanti tra loro siano in rivalità e provino un certo senso di competizione: è il caso di Pisa e Livorno, Lecce e Bari, Napoli e Salerno, Cagliari e Sassari, e, ovviamente, Brescia e Bergamo.

Come la maggior parte dei contrasti campanilistici, la manifestazione più al limite è quella calcistica, ma la sua origine viene fatta risalire all’epoca medievale ed attribuita a ragioni territoriali.

Pare, infatti, che a causare il conflitto furono ragioni legate alla proprietà delle acque perché erano una risorsa fondamentale nell’undicesimo secolo in attività agricole, di trasporti, ma anche per i mulini e la pesca. Per questo quando Brescia ottenne la giurisdizione su entrambe le sponde dell’Oglio si creò un clima di tensione tra le due città.

Il fiume Oglio, tra quelli più contesi, nonché il centro della battaglia della Malamorte del 1191.

Ad alimentare le tensioni arrivò Giovanni Brusati, che nel 1126 decise di vendere i castelli di Volpino, Qualino e Ceratello per finanziare la sua crociata in Terra Santa, e, dato che Brescia era economicamente in difficoltà, furono acquistati da Bergamo. Tuttavia, i guelfi bresciani riconoscevano l’importanza strategica dei territori e anni dopo il vescovo della città fece appello al papa in persona, il quale decretò che i territori dovessero essere divisi equamente. La Bergamo ghibellina, per tutta risposta, colmò di truppe il castello di Volpino e fu necessario l’intervento dell’imperatore Federico I Barbarossa che ne decretasse la restituzione, col solo risultato di provocare nel 1156 la dichiarazione di guerra: i bresciani, varcato il confine, assalirono all’alba le truppe avversarie e riuscirono a vincerle.

Sette anni dopo, quando Iseo fu distrutto da Federico Barbarossa, i bergamaschi si riappropriarono dei castelli perduti, vista l’impossibilità di ricevere aiuto dalla valle. Furono contesi anche Calepio, Sarnico, Merlo e Mezze.

Federico I, che restituì Volpino, Qualino e Ceratello a Brescia, ma, in seguito, distrusse Iseo.

Il conflitto divenne serio con lo scontro delle città quando Brescia, si coalizzò con Milano e Crema mentre Bergamo riuscì a entrare in un’alleanza con altre dodici città.

Il 7 luglio 1191 già tirava vento di guerra, quando cremonesi e bergamaschi attraversarono l’Oglio con un ponte di barche e, dopo ore in cui i bresciani erano in difficoltà nella zona di Pontoglio, i milanesi giunsero in soccorso degli alleati attaccando alle spalle.

Allora i nemici cercarono di tornare sulla loro sponda dell’Oglio col ponte di barche costruito quella mattina ma che non resse il loro peso: questa battaglia fu detta della “Malamorte” perché decine di bergamaschi morirono annegati o uccisi, altri furono resi prigionieri e l’imperatore decretò la restituzione di tutti i territori.

La rivalità tra Brescia e Bergamo non cessò affatto, proseguendo per tutto il Medioevo e oltre, sempre alimentata dalla contesa delle acque, come testimoniano la costruzione della diga di Paratico e la “Pace dell’Oglio” del 1937. 

In pieno XX secolo e con la diffusione del gioco del calcio in Italia, le tifoserie di Atalanta e Brescia e la loro accesa rivalità hanno rinnovato la competizione campanilistica: le partite in cui le squadre ancora oggi si scontrano avevano la rivalità propria dei derby. La prima, del 1920, si è conclusa in pareggio, ma le quattro successive furono vinte dal Brescia.
L’antagonismo crebbe a tal punto che nel 1993 i tifosi bergamaschi corsero sotto gli spalti bresciani esibendo loro uno striscione rubato prima della partita, provocandoli a tal punto che la loro sassaiola rivolta alla curva degli avversari e l’attacco alle forze dell’ordine resero necessario l’intervento dei mezzi aerei dei Carabinieri.

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Tifosi dell’Atalanta allo stadio, mentre entrano i giocatori delle due squadre.

Altra sfida culmine fu quella del 30 settembre 2001 quando prima della partita di ritorno, gli atalantini tappezzarono la loro città di manifesti raffiguranti Mazzone con la scritta “A Bergamo io non posso entrare”.

Le ultime sfide sono state perse dai bresciani, anche perché l’Atalanta negli ultimi anni è sempre rimasta in serie A, mentre il Brescia ha potuto giocare nel campionato per l’ultima volta nel 2019-20, quando le partite  si disputarono a porte chiuse a causa della pandemia. 

Ma proprio in occasione della pandemia l’antica rivalità prese una strada inaspettata: fu appeso sul ponte tra Sarnico e Paratico uno striscione con dei tifosi delle due squadre che si abbracciavano, per rappresentare l’unione tra due territori duramente provati dall’emergenza coronavirus. 

Anche in seguito allo strappo dello striscione nella parte bresciana le parole del sindaco di Sarnico sembrano rinsaldare il vincolo di solidarietà tra le due città: “Brescia e Bergamo in questo momento difficile stanno soffrendo per i propri cari. Come sindaco dico solo una parola. Vergogna per chi ha commesso questo gesto. Invece ringrazio tutti i bergamaschi e bresciani che in questo momento resistono e soffrono insieme”.

Lo striscione ancora integro, foto del sindaco Giorgio Bertazzoli.

Il 16 luglio del 2020 Bergamo e Brescia, per la tragica esperienza pandemica con il suo strascico di lutti, sono state proclamate insieme Capitali italiane della Cultura 2023. “Le due città, situate lungo la fascia prealpina e affacciate sulla Bassa padana, sono state caratterizzate storicamente dalla presenza di civiltà vicine, da strutture idrogeologiche simili, da una distribuzione urbana e abitativa diversificata ma ricca di similitudini, da sfide climatiche e ambientali assimilabili; luoghi tanto prossimi che hanno scelto di intraprendere un percorso di crescita e di sviluppo insieme” così infatti dichiara il sito ufficiale del governo sull’evento.

Illustrazione di Sara Nicoli.

L’inaugurazione istituzionale è stata lo scorso 20 gennaio, ma è stato sabato 21 che il primo evento pubblico, partecipato da migliaia di bresciani e bergamaschi, si è tenuto nelle piazze delle due città, con concerti e manifestazioni di straordinario successo. Sarà un anno di Cultura a trecentosessanta gradi, come testimonia la lunga lista di eventi in programma sul sito dedicato. 

Fonti:

http://www.rmoa.unina.it/2898/1/bianchi.pdf

https://capitalidellacultura.cultura.gov.it/bergamo-brescia/#:~:text=La%20nomina%20di%20Bergamo%20e,ha%20provocato%20a%20livello%20mondiale.

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