Boateng, dal Ghana al Gigli

Boateng, dal Ghana al Gigli

Ciao, ti presenti?

Sono Ernest Boateng Barnie, sono nato ad Accra, in Ghana, ho vent’anni e sono venuto in Italia, a Rovato, nel 2016. Ho raggiunto i miei genitori e ora vivo con mio padre, mentre mia mamma adesso abita in Inghilterra. Faccio la 5G Ipsia.

Raccontaci il tuo primo giorno in Italia.

Ė stato bello. Il viaggio dal Ghana è stato lungo e sono arrivato molto tardi, così ho dormito tanto. La mattina dopo io e i miei genitori siamo andati al centro commerciale Orio Center, vicino a Bergamo, per comprare abbigliamento e scarpe. Abbiamo mangiato e siamo andati in una sala giochi. Siamo poi passati a trovare mia sorella, che vive lì vicino. Lei è in Italia da dodici anni.

Ė stato difficile ambientarsi? Ti senti a tuo agio nella tua vita italiana?

Non è stato difficile, a parte per la lingua. Sarebbe stato più facile se mi fossi trasferito in un Paese di cui conoscevo già la lingua. Adesso mi sento tranquillo, ho anche degli amici. Sono contento.

C’è qualcosa che ti ha particolarmente colpito della cultura italiana?

In realtà sì. Qua le persone sono molto gentili. Quando parlano con me cercano di farlo in modo più semplice per aiutarmi. Non mi piace tutto, però: ad esempio, non amo il risotto.

Quali sono le maggiori differenze tra questa scuola e quella dove studiavi prima?

All’inizio ero iscritto al liceo di Chiari: era il primo anno che ero in Italia ed è stato difficile, non capivo molto. Alcune materie sì, ad esempio matematica, ma altre, come geografia o economia, mi risultavano molto difficili. Posso dire che adesso qua al Gigli è un po’ più facile per me.
In Ghana facciamo solo tre anni di scuole superiori, non cinque. Io seguivo l’indirizzo in business management e se avessi concluso il terzo anno avrei potuto frequentare l’università.

Che cosa ti piace di più delle tue giornate a scuola e che cosa di meno?

Quello che mi piace di più sono gli insegnanti che ci incoraggiano a impegnarci. Mi interessano poi alcune materie: soprattutto tecnologia elettrica, matematica e storia. Con i miei compagni va bene e uno di loro, Ava, mi parla spesso e si interessa a me anche quando non siamo a scuola.

Hai fatto nuove amicizie qui in Italia?

Sì, ho tanti amici: alcuni compagni di classe anche dell’Einaudi e qualcuno di Rovato, sia italiano che ghanese. Adesso sto conoscendo una ragazza.

Che cosa fai nel tempo libero? Facevi qualcosa di diverso prima di venire qui in Italia?

Se non ci sono verifiche, gioco alla PlayStation, ascolto musica o scrivo canzoni. Canto anche. Ho un gruppo che si chiama Terror Cold Geng. Abbiamo un concerto il 16 aprile, a Brescia. Esco anche con i miei amici.
In Ghana durante la scuola noi studenti dormivamo lì e non avevamo tempo libero per fare molto.

Qual è il tuo piatto preferito? Ti manca la cucina del tuo Paese?

A me piace il Jollof, che è un riso con verdure e con pollo. Mi piace anche la pasta al pomodoro e al ragù. In Italia trovo tutto ciò che mangiavo in Ghana, quindi non mi manca nulla.

Chi o che cosa ti manca di più del tuo Paese d’origine?

Mi mancano soprattutto mio cugino e mio fratello. Mi manca anche la grande festa che facciamo in Ghana per Capodanno.

Come immagini il tuo futuro?

Voglio essere una persona che lascia un buon insegnamento ai giovani, un modello. Voglio essere un artista, uno famoso. Oppure mi piacerebbe essere un business man. Anche essere elettricista va bene.

Una risposta a “Boateng, dal Ghana al Gigli”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.