Oriente e Cinema

Oriente e Cinema

Giovedì 15 dicembre 2022 la nostra Biblioteca d’Istituto ha ospitato un laboratorio didattico tenuto dalla dott.ssa Giulia Di Nallo, esperta di cultura cinese, che collabora con l’Istituto Confucio. Questo Istituto dell’Università degli Studi di Milano, fondato nel 2009, è inserito in una rete mondiale di centri sparsi in tutto il mondo e ha il compito di promuovere e diffondere la lingua e la cultura cinese attraverso la cooperazione tra università cinesi e straniere. 

Durante l’incontro siamo andati indietro nel tempo, muovendoci tra le diverse tappe che hanno caratterizzato il CINEMA CINESE.
La settima arte, come viene così definita, nasce alla fine dell’Ottocento in Francia e, in breve, diventa spettacolo, divertimento e passatempo e acquisisce diverse funzioni di carattere sociale, politico e culturale. In Cina il primo film di riconosciuto valore artistico è  “La Battaglia di Dingjunshan” di Ren Jingfeng é già nel 1905. E’ un soggetto non originale tratto da uno dei quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese, Il romanzo dei tre Regni di Luo Guanzhong.

Il periodo d’oro del cinema cinese ha inizio nel 1930, quando vengono messe in scena vicende a sfondo politico, come le lotte interne molto violente tra nazionalismo e comunismo, le minacce esterne e le invasioni da parte del Giappone, culminate con le due guerre sino-giapponesi. 

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, si producono, soprattutto a Shanghai, molti lungometraggi che prendono ispirazione dall’Occidente. Ottiene molto successo il film The Spring River Flows East del 1947 che racconta le vicende di una famiglia cinese prima e dopo la guerra sino-giapponese.

Successivamente alla nascita della Repubblica Popolare Cinese del 1949, con l’ascesa al potere di Mao Zedong e più avanti con il periodo di dura repressione della Rivoluzione Culturale negli anni ’60, i contenuti delle pellicole si appiattiscono in una produzione cinematografica che presenta per la maggior parte opere che esaltano una Pechino modernizzata, con balletti folkloristici o storie militari rivoluzionarie. A questo periodo risale il film Distaccamento Femminile Rosso particolarmente ricco nelle musiche e nelle coreografie.

Negli anni Ottanta si forma una nuova generazione di registi, conosciuta come la Quinta generazione del cinema cinese. Tra i più importanti registi ricordiamo Tian Zhuangzhuang, Chen Kaige e Zhang Yimou, tre volte candidato agli Oscar, che ha anche diretto l’apertura dei Giochi Olimpici Invernali del 2022 a Pechino, incarico che era già stato attribuito a lui durante le Cerimonie di Apertura e Chiusura dei Giochi Estivi del 2008.

Il volto più conosciuto della sua filmografia è Gong Li, attrice protagonista di alcune delle opere più famose del cinema cinese, come Lanterne Rosse (1991).

Alla Quinta Generazione segue la Sesta Generazione di registi, che negli anni Novanta ha contribuito a portare le produzioni cinesi con attori locali in tutto il mondo. Si è poi diffusa in Cina la tendenza a realizzare film con uno stile documentaristico: il  cinema ha assunto un taglio più realistico, nel quale compaiono attori non professionisti.  

Nella seconda parte dell’incontro, la dottoressa ci ha presentato il film The Farewell del 2019. Si tratta dell’autobiografia della regista Lulu Wang, nata a Pechino e trasferitasi in tenera età con i genitori negli Stati Uniti. Nella sua opera racconta la sensazione che si prova a ritornare nel luogo d’origine, dove si sente però un pesce fuor d’acqua, poiché essendo cresciuta a New York le usanze cinesi le risultano del tutto estranee. Ma la nonna, che vive in Cina, insieme al resto della famiglia, si ammala di un tumore incurabile. La nipote è così in difficoltà: da un lato vorrebbe dirle la verità, dall’altro, però, obbedire alla famiglia. I familiari, infatti, la invitano a non informare la nonna circa le sue condizioni di salute, “别告诉他” Bié gàosù tā: “non dirlo a lei”dato che in Cina si ritiene che molte persone non muoiano a causa della malattia, ma per la paura e l’ansia  che questa provoca . 

Il titolo del film ha traduzioni diverse. In Inglese “The Farewell”, significa l’addio e fa riferimento alla maggiore estroversione degli Americani, differenti dai Cinesi che tendono invece a tenere per sé le proprie emozioni. In Italiano, invece, il titolo é “Una Bugia Buona” e sottolinea l’obiettivo di non turbare la quiete famigliare. 

Il laboratorio è, poi, proseguito con la realizzazione da parte di noi studenti di una vera e propria sceneggiatura, che prende spunto dal film di cui sopra, ma che è stata arricchita con elementi proposti dalla nostra fantasia. 

L’incontro è stata un’occasione per immergersi a pieno nel mondo del cinema cinese e  conoscere,quindi, alcune  sue caratteristiche così diverse  da quelle occidentali; ci ha permesso, inoltre, di riflettere su tematiche quali il divario generazionale, la visione che i Cinesi hanno del mondo occidentale e il ricco e complesso percorso degli ultimi decenni che ha portato la Cina a conquistare un posto nella scena cinematografica mondiale.

The Farewell (2019) Chinese movie poster

Sofia Torchiani VL

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.